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25 Marzo 2025 - 12:36
Con piume sporche di sangue finto, uova insanguinate, cartelli e bidoni dell'immondizia con la scritta “Oggi immondizia, quando giustizia?”, gli attivisti di Animal Equality hanno messo in scena, lunedì 24 marzo, una protesta davanti all’ingresso di Agricoltura È, l’evento organizzato dal Ministero dell’Agricoltura in piazza della Repubblica a Roma per celebrare il Made in Italy.
Obiettivo: chiedere al governo e in particolare al ministro Francesco Lollobrigida l’attuazione immediata della legge 127/2022, che vieta l’uccisione dei pulcini maschi tramite triturazione a partire dal 2026. Una norma approvata da quasi tre anni, ma ancora priva dei decreti attuativi indispensabili per renderla operativa. La scadenza fissata per la pubblicazione è il 7 aprile 2024.
Durante il blitz, gli attivisti hanno esposto immagini proiettate dei volti dei ministri Lollobrigida, Orazio Schillaci e Adolfo Urso, ricordando la maxi-proiezione sul Colosseo del 24 febbraio scorso. Il messaggio è stato chiaro: “Ora tutta Italia aspetta una vostra mossa”.
Ombretta Alessandrini, responsabile delle campagne di Animal Equality Italia, ha dichiarato: “Oggi l’Italia continua di fatto a condannare a morte certa milioni di pulcini maschi a causa dell’inazione del governo. La domanda che facciamo al ministro Lollobrigida è: questo è il Made in Italy che vuole promuovere? La strage rischia di continuare anche oltre il 2026, ma un intervento del governo può porre fine a questa ingiustizia sistematica che provoca la morte di individui appena nati perché considerati dall’industria alimentare come semplici scarti di produzione. Applicando concretamente la legge il governo può dimostrare che non la pensa allo stesso modo”.
A sostenere il manifesto dell’organizzazione (consultabile qui: https://ae.onl/manifesto_pulcini) anche Federica Pellegrini, Giorgia, Andrea Scanzi e Giulia Innocenzi, che ha dichiarato: “L’uccisione dei pulcini maschi è una barbarie medievale in salsa industriale. Questa pratica è una delle più grandi aberrazioni dell'industria zootecnica e l’Italia deve mettere una fine il prima possibile”.
Il divulgatore scientifico Mario Tozzi ha aggiunto: “Fermare questa pratica crudele è essenziale: il profitto non può giustificare l’uccisione di milioni di animali. Le alternative esistono e una legge c’è, il divieto deve essere portato fino in fondo”.
Intanto, sul piano politico, cresce la pressione. L’Onorevole Eleonora Evi ha presentato l’ultima interrogazione parlamentare sul tema, affermando: “Nell’epoca della produzione alimentare industriale intensiva e insostenibile, la vita di un essere vivente non ha alcun valore se non ha una funzione precisa nella macchina infernale di produzione e quindi questi animali possono essere uccisi. Questa strage continua anche oggi, nel 2025, nonostante ben tre anni fa sia stata votata una legge per fermare questo orrore, perché mancano i decreti attuativi”.
Nonostante l’intervento delle autorità per contenere la protesta, Animal Equality è riuscita a portare il tema davanti ai riflettori, rilanciando un’urgenza che chiama in causa il cuore stesso delle politiche agroalimentari italiane: la tutela degli animali e la coerenza tra leggi e attuazione.
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