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Cronaca
06 Marzo 2025 - 15:29
Sette anni di proteste, raccolte firme, esposti ai carabinieri. Sette anni di battaglie per fermare un’opera che nessuno voleva lì, eppure lì è stata costruita. Il depuratore di località Volpetta, a Chialamberto, è stato il cuore di uno scontro tra cittadini e amministrazione, tra chi segnalava le criticità e chi tirava dritto nonostante tutto.
Ora la vicenda è approda in tribunale e il processo, iniziato oggi in Tribunale a Ivrea in composizione collegiale presieduto dalla giudice Stefania Cugge, si profila come una delle questioni giudiziarie più controverse delle Valli di Lanzo.
Sul banco degli imputati l'ex sindaco Adriano Bonadè Bottino, l'attuale sindaco Gabriele Castellini, l'ex assessora Alessandra Aimo Boot, il responsabile dell'ufficio tecnico Alessandro Di Gennaro, tecnici e dirigenti di SMAT, Roberto Ronco, direttore dell’autorità d’Ambito Torino 3, tutti chiamati a rispondere di gravi irregolarità urbanistiche, ambientali e amministrative.
Oggi ha testimoniato in aula Roberto Stroppiana, nato 86 anni fa a Chialamberto in quella casa costruita dai suoi nonni e che ora si ritrova a soli 30 metri dal depuratore.
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