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La Reunion Band regala emozioni all’oratorio di Saluggia

L’oratorio di Saluggia ha ospitato sul proprio palco la “Reunion Band”, un nuovo gruppo promettente che è riuscito a travolgere il pubblico in un vortice di emozioni con la propria passione per la musica

Recentemente il palco dell’oratorio di Saluggia ha ospitato un gruppo di giovani ragazzi e aspiranti musicisti: presentandosi con i loro strumenti e un grande amore per la musica, la “Reunion Band” ha trasformato il palco in un’esplosione di ritmo e passione. Alternando brani carichi di energia a momenti piu’ commoventi, il gruppo ha dimostrato una padronanza musicale sorprendente. I suoi membri, però, non sono soltanto musicisti: dietro agli strumenti e al sipario, ci sono studenti universitari che, tra esami e altri progetti musicali, riescono comunque a trovare il tempo per incontrarsi e affinare il loro repertorio.

È proprio da questo concetto che è nato il nome stesso della band: “E’ come se ogni volta che suoniamo insieme ci ritrovassimo, per investire in un progetto che non solo ci diverte molto, ma in cui crediamo davvero” hanno spiegato i membri della Reunion Band, sottolineando come il legame non sia strettamente professionale, ma anche rafforzato da un genuino rapporto di amicizia e passione per l’arte stessa. Dopo aver cantato insieme per la prima volta per l’inaugurazione di un parco a Saluggia, hanno deciso di cogliere i frutti della loro collaborazione e renderla ufficiale con la creazione di un vero e proprio gruppo.

I membri della Reunion Band (da sinistra, Andrea, Beatrice, Alessio, Francesco e Michele)

La Reunion Band è formata dalla cantante Beatrice Calosso, il bassista Michele Carlino, il batterista Andrea Matteja, il tastierista Alessio Pagliero e il chitarrista Francesco Tappari; Andrea, Alessio e Francesco sono tutti e tre proprio di Saluggia, e hanno spiegato come questo progetto sia particolarmente importante per loro in quanto è stata un’occasione per tornare a suonare insieme.

La Reunion Band è diventata così anche un modo per creare un legame ancora più stretto al mondo della musica, al quale molti membri sono affezionati fin da quando erano bambini. “Ho imparato prima ad intonare canzoni che a camminare” ha spiegato Beatrice, rammentando con affetto come durante la sua infanzia abbia passato molto tempo a suonare e cantare con suo padre, diplomato in conservatorio in clarinetto. Anche per Francesco la musica è legata alla tradizione familiare: “La passione per la musica ha sempre fatto parte della mia vita, da quando mio padre, chitarrista, mi portava a vedere i suoi concerti”. Andrea, invece, spiega come fin da piccolo abbia fatto parte di gruppi e bande, come quella di percussioni di Saluggia.

Per il momento il gruppo non ha ancora composto nessun pezzo originale: “Vogliamo prima dedicarci alla creazione di un repertorio piu’ omogeneo, anche se ci piacerebbe molto produrre qualcosa di inedito” hanno spiegato.

Anche senza brani inediti, però, sanno reinventare i classici con arrangiamenti personali che danno un’impronta originale alle loro esibizioni; la maggior parte del gruppo sostiene che il pezzo migliore da suonare sia “Bring on the Night” di Sting, in quanto, sebbene sia il piu’ impegnativo, è anche il piu’ stimolante e divertente. Beatrice ha aggiunto che è particolarmente affezionata a “Hey Jude”, in quanto si crea una profonda connessione con il pubblico: durante la famosa canzone dei Beatles, la sala si è illuminata di torce e il pubblico ha intonato il ritornello insieme alla band, trasformando la canzone in un coro carico di emozioni.

Per la Reunion Band salire sul palco è sempre un’esplosione di adrenalina ed emozione: appena le luci si accendono, l’ansia si dissolve e lascia spazio a pura energia; per loro, trasmettere la passione per la musica al pubblico è una priorità assoluta. 

Sul palco dell’oratorio di Saluggia sono riusciti a dimostrare tutto questo, trascinando il pubblico in un vortice di emozioni con un’esibizione potente e coinvolgente; la performance di classici impegnativi come “Back to Black” di Amy Winehouse e “Feeling Good” di Michael Bublè ne sono stati la prova: impeccabile ed emozionante, hanno dimostrato la padronanza tecnica e sensibilità interpretativa straordinaria dei ragazzi.

Con questa dedizione è solo questione di tempo prima che la Reunion Band riesca a conquistare un pubblico maggiore, non soltanto con le loro interpretazioni originali, ma anche con nuovi brani inediti.

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