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Chivasso
20 Marzo 2024 - 15:42
Come in una bolla. Come se il tempo si fosse fermato, come se non fossero mai passati 519 giorni.
Oggi, mercoledì 20 marzo 2024, di fronte al civico 66 di via Togliatti, al piano terreno di un palazzone popolare del quartiere Borgo Sud Est, sembrava di essere tornati a quel 13 ottobre 2022, quando i carabinieri della scientifica perlustravano l’alloggio di Giuseppina Arena e i giornalisti, con telefoni cellulari e videocamere, stavano appostati fuori.
Era l’indomani del ritrovamento del corpo senza vita di Giusy, la cantastorie di via Togliatti freddata con tre colpi di pistola sparati al volto in un boschetto di Pratoregio, sotto il cavalcavia della linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Milano.
I residenti affacciati alle finestre di queste case dormitorio tirate su senza balconi. I curiosi che si appostano di fronte all’altare alla Madonna che protegge la gente di qui e a cui, da quel giorno d’autunno di quasi due anni fa, sono rivolte le preghiere per l’anima di questa povera donna di 52 anni assassinata nel giorno del suo compleanno.
Questa mattina pareva un remake di quella giornata convulsa.
Tanti giornalisti, qualche curioso, accorsi qui nel quartiere alla periferia est di Chivasso per documentare un blitz degli investigatori della prima sezione omicidi e della SIS (investigazioni scientifiche) del nucleo investigativo dei carabinieri, nell’abitazione della cantastorie tutt’ora sotto sequestro.
I carabinieri oggi di fronte alla casa di Giuseppina Arena
I carabinieri sono scesi in cantina e poi, dopo l’intervento di un fabbro che ha forzato la serratura dell’alloggio al piano terreno - le chiavi non l’aprivano più, ndr - hanno ripassato al setaccio l’abitazione, cercando tracce, documenti, qualcosa.
La conferma di una pista su cui, evidentemente, hanno ripreso a lavorare o si stanno concentrando.
Nella stessa mattinata gli inquirenti hanno consegnato tre avvisi a comparire in caserma a Chivasso, in qualità di persone informate sui fatti, a tre vicini di casa di Giuseppina Arena.
Verranno sentiti nei prossimi giorni. Nessuno è indagato, ma gli investigatori evidentemente vogliono un approfondimento di indagine.
Sono emersi elementi nuovi per la soluzione del giallo che da oltre un anno sta tenendo tutto il chivassese e non solo con il fiato sospeso?
La storia di Giuseppina Arena aveva appassionato e toccato i cuori di tantissime persone.
Giusy, così come la ricordano tutti, aveva due vite: quella che cantava e quella che viveva.
La prima riecheggia ancora nei ricordi, nei discorsi, nelle parole che si fanno sulle panchine dei giardinetti dei cortili di via Togliatti, sulle scale e negli androni di questi palazzoni popolari alla periferia est della città.
La seconda è stata interrotta sotto un cavalcavia dell’Alta Velocità a Pratoregio per mano di un brutale assassino.
“Sedersi su quella panchina rossa, leggere la dedica, fa sempre un certo effetto - la ricorda a nome di tutto il quartiere il consigliere comunale Bruno Prestìa, vicino di casa di Giuseppina Arena -. Passeggiare lungo quel viale dove la incontravi coi suoi due cagnolini, mentre cantava le sue canzoni, ti raccontava qualcosa, lascia un senso di vuoto e di tristezza..."
Da oltre un anno un quartiere intero, ma anche la città di Chivasso, attende di leggere la notizia della conclusione delle indagini.
I carabinieri in via Togliatti
Inizialmente l’attenzione degli inquirenti s’era concentrata sull’eredità, non certo milionaria, che Giuseppina Arena aveva avuto un paio d’anni dopo la morte dell’anziana madre: la casa di Montanaro, i buoni postali e quel conto di circa 200/250mila euro depositato all’Ufficio Postale di Chivasso, tuttora bloccato dalla magistratura e mai attinto dagli eredi, cioè da Giusy o da suo fratello Angelo.
Un “tesoretto” che resta sullo sfondo di questa storia criminale.
E poi c’è il mistero riguardo la vita privata della cantastorie, di quell’uomo più volte notato in compagnia di Giusy e la cui identità resta, almeno allo stato dei fatti, sconosciuta.
L’identikit è generico e riferisce di una persona tra i trenta e i quarant’anni visto spesso alla guida di un’utilitaria scura. Una volta indossava un giubbotto di pelle, un’altra un cappotto blu o nero.
Ma nessuno ha ancora capito chi fosse.
Un furgone chiaro con a bordo due persone. E’ l’ultima pista emersa qualche mese fa. E poi, anche questa, finita nel nulla. Un furgone che sarebbe stato visto procedere lungo la strada che da Chivasso conduce a Pratoregio.
All’interno ci sarebbe stata Giuseppina Arena con la sua bicicletta.
L'ingresso della casa di Giuseppina Arena
A riferirlo, un testimone oculare la cui identità viene tenuta segreta dagli investigatori che in quest’indagine hanno dovuto davvero faticare.
Il motivo principale è che non c’è una sola videocamera della città che quel giorno abbia inquadrato Giusy, nemmeno per un secondo.
Nemmeno quella alla rotonda per Pratoregio sulla strada per Montanaro, un passaggio obbligato per chi arriva da Chivasso e vuole raggiungere il “boschetto” (che non c’è più) dove la donna è stata uccisa.
Eppure Giusy avrebbe dovuto percorrere il tragitto che collega il Borgo Sud Est e la frazione Pratoregio, ad Ovest, dalla parte opposta di Chivasso. Giusy è uscita di casa ed è sparita nel nulla.
A qualcuno aveva detto che si sarebbe recata al sotto-Chiesa della Madonna del Rosario, ma lì nessuno l’ha vista.
Se non si è recata lì e le telecamere non l’hanno ripresa (ce ne sono alcune decine, qualunque strada avesse percorso), allora è perché Giusy, poco dopo essere uscita di casa, sarebbe salita su quel furgone che sarebbe stato notato non lontano dal suo alloggio. Convinta a salire perché, evidentemente, conosceva una delle due persone che erano a bordo. Un furgone chiaro “tipo Fiat Ducato”, abbastanza datato come immatricolazione.
Le indagini si sarebbero concentrate lì, sulla descrizione sommaria di un mezzo e di una targa non ben inquadrata dalle telecamere, ma che sarebbe stata decifrata. Almeno, è quello che sembrava.
Di Giuseppina Arena non restano che le sue storie cantate. E un drammatico epilogo su cui da oggi si potrebbe iniziare a vedere un po' di luce.
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