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MONTANARO. Un po’ di storia e di tradizione a pochi chilometri da Torino. (VIDEO)

MONTANARO. Incorniciato tra le campagne e le sponde del torrente Orco, si trova Montanaro, uno dei borghi del Canavese. A circa 30 km dal capoluogo regionale, nonostante il nome faccia pensare ad un paese di montagna, ci si trova in pianura.

Qui, tra le strade e le viuzze si respira una realtà che porta con sé storia e tradizione, mescolate alla cordialità e alla gentilezza dei montanaresi.

 

Entrando nel cuore del paese, si può notare come la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, il campanile, la Casa Comunale e il Castello dei Conti Frola facciano da sfondo alla piazza e alle principali vie storiche, che da sempre rappresentano il punto di ritrovo per i cittadini, per incontrarsi o per fare compere tra i negozi o presso il mercato del martedì e del sabato.

Montanaro Il vice sindaco Paolo Minetti

Montanaro è un paese di oltre 5000 mila abitanti – racconta il Vice Sindaco Paolo Minetti –. Ha una vocazione prettamente agricola, infatti succede spesso di trovarsi in coda dietro un trattore oppure di addentrarsi nell’aperta campagna o nei tanti parchi che abbiamo, proprio pedalando in bicicletta, che è uno dei mezzi più utilizzati.

È un paese che ha sicuramente una forte storicità e che possiede molte tradizioni, alla quale tiene molto. È fornito di servizi, come la ferrovia, le scuole fino alle medie o la Biblioteca.

La cosa curiosa è – continua il Vice Sindaco Minetti - che pur essendo chiamato così, non è un paese di montagna, anzi... È definito il paese dei muratori e degli stovigliai, poiché molti palazzi di Torino tempi addietro, furono costruiti da muratori che provenivano da qui e per questa ragione si celebra anche una festa in loro onore. Stovigliai invece, perché facevano i “Ciap”, le stoviglie in terracotta che sfornavano dalle fornaci e vendevano al mercato ed è un termine a cui si ricollega la nostra maschera, la Ciaplera appunto che evoca i Ciap di Montanaro”.

Ma diversi sono i luoghi e i monumenti di interesse ed è proprio passeggiando nel centro storico che si presenta un singolare esempio di edifici progettati e coordinati da un unico architetto: il cosiddetto Complesso Abbaziale Vittoniano, composto dall’imponente Chiesa di Santa Maria Assunta e San Nicolao, dalla Chiesa della Confraternita di San Giovanni Decollato e Santa Marta, dal Campanile e dalla Casa del Comune, che nel loro insieme offrono una visione di grande effetto scenografico barocco. 

Ad oggi la Chiesa di Santa Maria Assunta è quella principale e a fianco si erige la Chiesa di Santa Marta. Essa venne costruita dal 1744 al 1748, in sostituzione del precedente Oratorio trecentesco della Confraternita dei Laici Disciplinati.

Montanaro Stefano Ricco, volontario attività culturali

È un piccolo gioiello barocco che fa parte dei monumenti del manifesto della Regione “Barocco Piemontese” - spiega il volontario delle attività culturali Stefano Ricco –. La Chiesa Parrocchiale è composta dall’altare maggiore, che il Vittone progetta utilizzando molti marmi dai colori più disparati, dalla sacrestia interamente rivestita di armadi in pannello di noci, eleganti ma semplici allo stesso tempo e dall’organo, noto nella zona, è stato costruito ad inizio 800 dagli organari Bruna e per cui i  sindaci dell’epoca vollero degli angeli che suonavano raffigurati intorno”.

Scorgendo poi ancora lo sguardo si trova la bellissima struttura storica di origine medievale, il Castello dei Conti Frola.

Montanaro Matteo Enrico, architetto e volontario

La tradizione racconta – spiega l’Architetto e volontario per le attività culturali Matteo Enrico - che già intorno al 1039 esisteva sul dosso morenico una “Casa Forte”, a forma quadrata con quattro torri robuste, in cui si controllava il transito di pastori, pellegrini e mercanti.

Ma la prima notizia certa dell’esistenza del Castello si ha con l’atto di vendita datato 16 agosto 1255, pagato 23 libbre. Da quel momento – aggiunge ancora l’Architetto Enrico - l’intero borgo, raccolto nel ricetto e il suo territorio, furono sottoposti alla giurisdizione spirituale e amministrativa degli Abati e il Castello divenne dimora degli Abati di Fruttuaria fino al 1800. Con poi il passaggio del generale Napoleone Bonaparte, venne requisita l’Abbazia di Fruttuaria e tutti i suoi beni. Fu così che il Castello venne dichiarato prima bene nazionale e quindi proprietà del demanio e poi venduto all’asta all’avvocato Giuseppe Frola. Ereditato da Secondo Frola, il Castello abbandonato a sé stesso, venne poi ricostruito nel 1885 e conserva – conclude Enrico - tutt’oggi questa forma, con le due torri a nord, l’edificio, la Torre della Zecca e l’elegante veranda con porticato in stile neogotico”.

Inoltrandosi poi in Via Matteotti si trova ancora il Museo “Giovanni Cena” che viene ospitato in una sala al pianterreno del barocco “Palazzo Bricha”, ora sede del Comune, edificio progettato dall’architetto Vittone nel 1769. All’interno del museo, sulle pareti si trovano appese ottanta fotografie dell’epoca che raccontano lo scorrere della vita di Giovanni Cena.

Montanaro Ilaria Visetti, vice sindaco Pro Loco

Un bel paese Montanaro, ricco di storia, ma anche di tradizione, con le sue feste patronali e quelle dei Cantoni come spiega Ilaria Visetti, Vice Presidente della Proloco: “Faccio parte di questa associazione da un po’ di anni, inizialmente solo come volontaria ed ora appunto sono vicepresidente da un anno e mezzo.

Mi piace fare parte di questa realtà perché promuove molte attività, ma soprattutto porta avanti delle tradizioni.

Oltre al Canestrello che è il nostro prodotto tipico, durante l’anno abbiamo altri eventi, legati principalmente al Carnevale ed alla sua figura femminile, la Ciaplera e quella del Burcanin, la via del gusto che si celebra ad Ottobre”.

Insomma un paese dai mille aspetti Montanaro, con anni di cultura e tradizioni alle spalle, ma soprattutto con angoli da riscoprire.

La sagra del Canestrel

Montanaro Canestrelli di Montanaro

Il “Canestrel”, prodotto tipico di Montanaro, è una cialda di pastafrolla sottile e friabile che ricalca la trama lasciata dai vimini sui dolci e prodotto dalle famiglie montanaresi sin dal lontano 1800 in occasione dei matrimoni.

Questo particolare prodotto era, infatti, una curiosa bomboniera degli sposi e veniva portato ai parenti quando questi venivano invitati.

È proprio a questo dolce tipico che dal 1991 è dedicata la Sagra che si svolge l’ultimo fine settimana di maggio.

Dal 2005 il Canestrello di Montanaro fa parte del “Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di Torino”, insieme a quelli di Borgofranco d’Ivrea, Tonengo di Mazzè, Rondissone, Vaie e Venaria.

Chiesa della Madonna di Loreto

Montanaro La chiesa della Madonna di Loreto

Una piccola perla lo rappresenta anche il Santuario della Madonna di Loreto, un tempo attraversato da un

sentiero di transumanza delle greggi che provenivano dalla Valle Orco e rappresentava un incrocio tra la “Via Vecchia” che portava al centro di Chivasso e la via per Monte Giove.

Il nome del Santuario lo deve ad un piccolo altare con la statua della Madonna di Loreto che si trovava nel luogo al tempo. La leggenda racconta anche di un evento miracoloso, non documentato di cui scrive lo storico Don Giuseppe Ponchia, riferito a Don Giovanni Domenico Clara: “Egli molto amò il suo paese e gli abitanti, li indusse ad innalzare quel bellissimo Santuario che è S. Maria di Loreto”.

Leggenda Martino Dru

Una leggenda accompagna le mura del Castello dei Conti Frola. La storia narra che durante la rivolta dei Tuchini venne assalito il Castello di Castelnuovo e che verso la fine del 1500 fu attaccato dai francesi che lo saccheggiarono.

Tra quelle mura però trovarono riparo dei briganti che minacciavano i contadini della zona. 

Capitanati da Martino Dru, si spostarono verso Montanaro e portarono un bottino con pezzi d’oro e d’argento al Castello, in attesa di trasferirlo in luogo più sicuro.

Ma questi vennero poi attaccati dai soldati e non potendosi ritirare, seppellirono il tesoro nella torre di Montanaro. 

Ad oggi del Castello di Castelnuovo restano solo rovine e non esistono segni che indicano la posizione esatta di questo tesoro. Ma resta ancora il mistero… Dove si trova il tesoro?

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