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Torino

Susanna Giovanardi: “Sono una tennista prestata ai social, ma il campo resta casa mia”

Tra allenamenti e contenuti digitali, la giovane atleta e content creator racconta alle ATP Finals come sport e comunicazione possano convivere in perfetto equilibrio, senza perdere autenticità e passione

Amici della Voce, anche oggi siamo presenti agli eventi collaterali delle ATP Finals. Tra il pubblico, in mezzo a volti noti del mondo dello sport e della comunicazione, incontriamo una figura che unisce entrambe le dimensioni con naturalezza e fascino: Susanna Giovanardi. Tennista, content creator e volto sempre più conosciuto nel panorama sportivo digitale, Susanna ci accoglie con il suo sorriso solare e una disponibilità contagiosa.

Ciao Susanna, benvenuta! Prima domanda di rito: ti senti una tennista prestata ai social o una comunicatrice prestata al tennis?

«Direi decisamente una tennista prestata ai social. Ho giocato a tennis per tutta la vita e, da un paio d’anni, ho intrapreso anche questo percorso nel mondo della comunicazione. Lo considero un cammino parallelo alla mia attività sportiva. Il tennis resterà sempre parte della mia vita: per me è importante poter fare entrambe le cose e raccontare questo sport da una prospettiva diversa, più vicina e autentica».

E riesci a conciliare allenamenti e contenuti digitali? Non deve essere semplice...

«In realtà adesso il tennis non è più la mia priorità assoluta, ma resta centrale. Gioco ancora a livello nazionale e mi alleno tutti i giorni, anche se non più otto ore come un tempo. Mi organizzo meglio, ma continuo a divertirmi e a competere. Gioco per una squadra di Sirmione, sul Lago di Garda, e sono molto felice di far parte di quel gruppo».

Susanna Giovanardi sul palco di casa tennis

Visto che siamo qui per le ATP Finals, domanda inevitabile: tra Sinner e Musetti, chi ha più possibilità di vincere?

«Sono felicissima che Musetti si sia qualificato! È la prima volta che due italiani partecipano alle ATP Finals, e se contiamo anche il doppio diventano addirittura quattro: un traguardo incredibile per il tennis italiano. Se devo scegliere, dico Sinner. Lo vedo molto bene, concentrato e in forma. Sarà dura, ma spezzo una lancia a favore di Jannik».

E nel modo di giocare, ti senti più vicina a Sinner o ad Alcaraz?

«Direi più a Jannik. Alcaraz al momento è più completo, ha più soluzioni e variazioni, ma Sinner è costante e spinge tantissimo. Vederlo dal vivo è impressionante: la palla viaggia a una velocità pazzesca! Io amo giocare in attacco, e sotto questo aspetto mi rivedo molto nel suo stile».

Ultima curiosità: se potessi scegliere tra vincere un Grande Slam o condurre un grande evento televisivo, magari Sanremo, cosa sceglieresti?

«Domanda da un milione di dollari! Da bambina sognavo di vincere uno Slam, era il mio obiettivo assoluto. Oggi le prospettive sono un po’ cambiate, ma il sogno resta. E perché scegliere? Mi piacerebbe riuscire a fare entrambe le cose, con la stessa passione».

Tra un allenamento e un reel, tra una partita e un’intervista, Susanna Giovanardi dimostra che sport e comunicazione non sono mondi distanti, ma realtà che possono convivere, sostenersi e arricchirsi a vicenda. Il tennis resta la sua casa, ma il mondo digitale è ormai la sua nuova arena, dove racconta con spontaneità e autenticità la vita di una giovane atleta che non smette mai di sognare.

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