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Chivasso investe sul verde: interventi da milioni tra parcheggi, viali e boschi (VIDEO)

Parla l'assessore all'Ambiente e ai Lavori Pubblici Fabrizio Debernardi

Un’idea di città più vivibile, meno asfaltata, più fresca. Un’idea che parte da lontano e che oggi si traduce in numeri, bandi, cantieri. E soprattutto in una visione, che l’assessore ai Lavori Pubblici e all’Ambiente Fabrizio Debernardi racconta senza proclami, ma con la consapevolezza di chi sa che certi lavori si vedranno davvero solo tra dieci o quindici anni. “Gli alberi che piantiamo oggi non faranno ombra a noi, ma ai nostri figli”, dice.

Tutto ruota attorno al Sabiunè, un’area che per decenni ha ospitato cemento, impianti di produzione e inerti, e che oggi si prepara a diventare uno dei principali polmoni verdi della città. È qui che prende forma il progetto di rinaturalizzazione avviato con fondi comunali e ora potenziato grazie al bando regionale sulla biodiversità, per un importo complessivo di 500 mila euro, di cui 50 mila a carico del Comune. L’intervento riguarda un’area iniziale di 23 ettari, corrispondente all’ex impianto Unical–Ex Buzzi, e prevede la rimozione delle specie alloctone invasive, come il bambù e l’ailanto, e la piantumazione di essenze autoctone, tra cui pioppi bianchi e salici. È previsto anche il recupero di zone umide, a beneficio di insetti e piccole specie animali, in coerenza con le indicazioni del Parco del Po e della Rete Natura 2000.

Ma il progetto è più ampio. “Con gli altri bandi – spiega Debernardi – vogliamo completare tutta l’area, dal ponte sul Po fino al Consorzio Agrario, verso l’Orco. In totale, circa 80 ettari di parco naturale. E ci tiene a precisare la differenza: “Il parco cittadino arriva fino alla panchina gigante. Da lì in poi è area boschiva, con sentieri e manutenzione minima. Se cade un albero, non lo si rimuove. L’erba si taglia solo ai lati dei sentieri. Il criterio cambia, perché dobbiamo ricreare biodiversità”.

Fabrizio Debernardi assessore ai Lavori Pubblici

Il Sabiunè, però, è solo una parte della visione. Il Comune ha partecipato ad altri tre bandi: Forestazione urbana (2.470.000 euro, di cui 357.000 comunali), Infrastrutture verdi (2.193.000 euro, 314.000 comunali) e Strategie urbane d’area – SUA (1.715.000 euro, 300.000 comunali). Tutti in attesa di approvazione. Cifre importanti, che dimostrano come Chivasso stia cercando di agganciare il treno dei finanziamenti europei e regionali, presentando progetti che si inseriscono nella cosiddetta “corona verde” e nelle strategie di adattamento climatico.

“Col nuovo piano regolatore e lo studio dell’ISBe sulle isole di calore – prosegue Debernardi – abbiamo individuato le zone più critiche. Interverremo anche lì. Un esempio concreto: i due grandi parcheggi di via Ceresa e Libertini verranno deimpermeabilizzati. Via l’asfalto nero, dentro materiali drenanti. Così si abbassa la temperatura e si migliora il deflusso delle acque piovane”. Interventi simili sono previsti anche su viale Orti e sul tratto finale di viale Vittorio Veneto, ancora asfaltati.

Non mancano le difficoltà. I fondi non bastano mai, e spesso le procedure sono complesse. Ma la direzione è tracciata. “Serve una visione – dice l’assessore –. Va bene tappare le buche, ma dobbiamo anche pensare alla vivibilità di lungo periodo. Le temperature di questi giorni ci ricordano quanto siamo fragili. Se stai in piazza della Chiesa o sotto le piante del Sabiunè, la differenza si sente”.

Nel progetto, oltre agli uffici comunali, collaborano anche il Parco del Po, il MAB Unesco, diverse società incaricate della progettazione e della rinaturalizzazione. Una squadra ampia, che Debernardi ci tiene a ringraziare: “Non è merito mio, né di pochi. Se oggi abbiamo ottenuto milioni di euro è perché negli anni scorsi qualcuno ha progettato bene. Poi è servita una decisione politica per dire ‘questo bando sì, questo no’. E quella direzione oggi ce l’abbiamo”.

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