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Dalla laurea a Calcutta: il viaggio coraggioso di Giorgia per aiutare i bambini in India

L’incredibile esperienza di una giovane di San Raffaele Cimena

Lasciare tutto per partire verso un mondo completamente diverso, lontano anni luce dalla propria quotidianità. Con il desiderio di mettersi in gioco, superare le paure e fare la differenza.

È questa la scelta di Giorgia La Greca, 27 anni, di San Raffaele Cimena, che dopo la laurea magistrale in Scienze Internazionali ha deciso di vivere un’esperienza di Servizio Civile a Calcutta, in India, da luglio 2024 a febbraio 2025. Un viaggio tanto desiderato quanto carico di incertezze. Perché vivere lontano da casa, in un contesto così distante dal proprio, può spaventare. «Ero entusiasta, ma anche molto spaventata», racconta Giorgia. «Sapevo che sarebbe cambiato tutto: il cibo, la cultura, l’ambiente. Ma nonostante le paure, ho deciso di partire, ed è stata una delle esperienze più belle e arricchenti della mia vita».

Dopo la laurea, Giorgia ha scelto di mettersi alla prova in uno dei contesti più difficili del mondo: i villaggi rurali del West Bengal, dove l’istruzione e la nutrizione infantile sono una sfida quotidiana. «È stata la mia prima esperienza fuori dall’Europa. Cercavo un’opportunità concreta, sul campo. Così sono partita per l’India e ho vissuto a Calcutta», racconta.

Giorgia La Greca

In India ha lavorato in diversi progetti rivolti ai più vulnerabili, organizzando attività extrascolastiche nei Learning Centre e nelle aree più isolate di Calcutta, ma anche nel Day Care Centre di Baruipur, dove bambini con disabilità ricevono cure e attenzioni speciali. «È stata un’esperienza che mi ha cambiata profondamente. Ogni bambino che incontravo aveva una storia difficile, ma anche una straordinaria voglia di imparare».

Accanto al lavoro educativo, Giorgia ha documentato l’esperienza e raccolto materiale audiovisivo per dare visibilità a queste storie e sensibilizzare la comunità, locale e internazionale, su temi fondamentali come l’istruzione e la tutela dei minori. «Abbiamo creato una rete di solidarietà», spiega. «Volevamo raccontare al mondo cosa stava accadendo, e invitare altri a fare la propria parte».

Tra i momenti che l’hanno colpita di più, quelli legati alle madri che ogni giorno affrontano lunghi percorsi a piedi o su mezzi di fortuna per accompagnare i figli al centro. «Mi ha commosso la determinazione di queste donne, pronte a tutto pur di garantire ai propri bambini un’opportunità, nonostante le difficoltà enormi».

Giorgia ha incontrato tanti bambini che vivono in condizioni estremamente fragili, spesso costretti a lavorare fin da piccoli. «Ho visto bambini impegnati in lavori umili per pochi centesimi», racconta con emozione. «In queste situazioni è fondamentale costruire, insieme a insegnanti ed educatori locali, percorsi alternativi. Non è merito nostro, ma frutto di un lavoro condiviso con le persone del posto».

Durante la sua permanenza, ha visitato anche altre aree dell’India, come il distretto di Karbi Anglong, dove ha partecipato a progetti legati all’educazione degli adolescenti e affrontato temi delicati come il lavoro minorile e i matrimoni precoci. «Ogni luogo che ho visitato mi ha mostrato realtà complesse, ma anche la forza che hanno le piccole azioni. Possono davvero fare la differenza».

Il ritorno in Italia, ricco di emozioni contrastanti, ha rafforzato in lei la consapevolezza di quanto quell’esperienza l’abbia trasformata. «Mi ha dato una nuova visione del mondo. Mi ha fatto capire quanto sia importante avere un approccio più consapevole, che ci porti ad apprezzare e rispettare realtà diverse dalla nostra».

E per chi sogna di vivere un’esperienza simile, Giorgia ha un messaggio: «Non abbiate paura di fare il primo passo. Le difficoltà ci saranno, ma la crescita personale che ne deriva è impagabile. E quando vedrete come ogni attività e ogni persona impegnata in questi progetti può davvero cambiare qualcosa, capirete che ne è valsa la pena».

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