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04 Gennaio 2025 - 17:40
Cavalcare un’onda alta 33 metri non è un’impresa per tutti. Anzi, è per pochissimi, forse solo per uno: Alessandro Slebir, giovane promessa del surf mondiale. A soli 23 anni, questo ragazzo nato e cresciuto in California, con la tavola è riuscito a dominare una delle onde più spaventose e maestose al mondo, a Mavericks, nella baia di Half Moon Bay. Una performance che non solo lo consacra come una leggenda del surf, ma che potrebbe anche riscrivere i record mondiali.
Slebir non è solo un figlio delle onde oceaniche, ma porta con sé un legame profondo con l’Italia. Sua madre è originaria di Ivrea, città che ha dato i natali ad Adriano Olivetti e che ora può vantare anche un legame con questa incredibile impresa sportiva. Alessandro, infatti, non perde occasione per ricordare le sue radici europee e l’amore per il paese della madre. “Mia madre mi ha sempre parlato delle colline e del Carnevale di Ivrea. Anche se sono cresciuto in California, sento un pezzo di quella città dentro di me,” ha raccontato in una recente intervista a un magazine americano.
L’impresa di Slebir, avvenuta il 3 gennaio 2025, ha lasciato a bocca aperta l’intera comunità del surf. Mavericks, noto per essere uno dei luoghi più estremi e pericolosi al mondo per cavalcare le onde, ha messo alla prova la forza, la tecnica e il coraggio del giovane italo-americano. Con una tavola lunga quasi tre metri, Alessandro ha sfidato la furia del mare e, con una disinvoltura disarmante, ha mantenuto il controllo fino a portare a termine la corsa, sotto gli sguardi increduli di professionisti e appassionati.
Se confermata ufficialmente, questa sarebbe l’onda più alta mai cavalcata da un essere umano, superando il record precedente di 26,21 metri stabilito dal brasiliano Rodrigo Koxa nel 2017. Ma oltre ai numeri, ciò che colpisce è il messaggio che questa impresa porta con sé: la capacità di superare i limiti umani e unire culture diverse. Alessandro, con il suo background italo-americano, incarna perfettamente questa fusione.
L’impresa ha già fatto il giro del mondo, e anche Ivrea ha iniziato a rivendicare con orgoglio questo legame. La città piemontese, nota per la sua storia industriale e culturale, trova ora spazio in un campo insolito: quello del surf. Non è escluso che, nei prossimi mesi, Alessandro possa visitare la città per incontrare i suoi parenti italiani e ricevere un tributo ufficiale.
Insomma, Alessandro Slebir non è solo il surfista che ha domato l’onda più alta del mondo. È anche un simbolo di connessioni globali, dove il coraggio di sfidare il mare si intreccia con il calore delle proprie radici. Un giovane che ha saputo trasformare la passione in leggenda, con un cuore che, pur lontano, batte anche per Ivrea.
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