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Balle quotidiane

Quando una scuola chiude e i debiti restano. Grazie, sindaca Piastra!

La sindaca gioca a Monopoli con i soldi dei settimesi e lascia una scuola chiusa e un conto salato

19 luglio 1870: La Francia dichiara guerra alla Prussia, dando inizio alla Guerra franco-prussiana. 19 luglio 1900: Viene inaugurata la prima linea della metropolitana di Parigi, collegando Porte de Vincennes a Porte Maillot.  19 luglio 1943: Durante la Seconda Guerra Mondiale, Roma subisce il primo bombardamento alleato, causando 617 morti e danneggiando la Basilica di San Lorenzo. 19 luglio 1975: Apre Gardaland, il primo parco di divertimenti stabile in Italia. 19 luglio 1992: A Palermo, il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta vengono uccisi in un attentato mafioso noto come la strage di via D'Amelio. 19 luglio 2019: Elena Piastra la "chiacchierona", neo eletta sindaca di Settimo Torinese, si presenta al suo grande pubblico in un video dall’estetica minimalista, con carta e penna, per illustrare – con il tono didattico di un tutorial sui Lego – la soluzione geniale alla crisi della scuola materna De Amicis.

“Ecco cosa faremo” annunciava convinta, muovendo le “manine” come in un gioco di prestigio.

Peccato che, a distanza di cinque anni, i settimesi siano ancora a chiedersi dove sia il trucco.

Ma andiamo con ordine.

La De Amicis, fondata a fine Ottocento, era una scuola paritaria, di proprietà di un ente morale, con dentro persino la parrocchia di San Pietro in Vincoli. Insomma, una pietra miliare della città, trascinata però nel baratro da cattiva gestione e un buco di 800.000 euro.

Nel 2019, la crisi finanziaria porta porta alla chiusura e tutt'intorno si scatena un terremoto politico. L’allora sindaco Fabrizio Puppo propone di convertire l’area in una RSA, garantendo per tre anni la funzione scolastica. L’idea viene bocciata dal Partito Democratico, che lo accusa di voler coltivare interessi privati.

Arriviamo così al video della Piastra, in cui prometteva "mari e monti"

Il piano sembrava uscito direttamente da una partita di Monopoli: “Affittiamo l’ex De Amicis, ci spostiamo le classi della Para di via Buonarroti, ristrutturiamo le aule per il Cpia, rilanciamo la scuola con una sezione Montessori e, naturalmente, i debiti li risolve il Comitato Progetto De Amicis Domani”.

Semplice, no? Forse un po' troppo? Effettivamente lo era.

Cinque anni dopo, il capolavoro amministrativo della Piastra è servito.

La scuola De Amicis è chiusa, la gestione liquidata, e il personale ha dovuto arrangiarsi da solo. Nel frattempo, il Comune ha versato 150.000 euro per affittare un edificio inutilizzato, ai quali si aggiungono spese varie per interventi di adeguamento. E il colpo di scena finale è arrivato nell’agosto 2024: l’acquisto della struttura per 520.000 euro, più 26.000 euro di oneri accessori. Insomma, gli 800.000 euro di debito privato sono stati trasformati in un’equivalente spesa pubblica.

Missione compiuta!

E ora? La struttura è vecchia e il calo demografico suggerisce che presto servirà riorganizzare le scuole materne. Quindi, dopo aver ballato il valzer milionario, i cittadini possono prepararsi a una nuova serie di spese. Perché a Settimo, quando si parla di soldi pubblici, il “gioco delle tre carte” sembra essere l’unica vera tradizione.

La domanda resta inevitabile: chi ha davvero guadagnato da tutto questo disastro?

Certamente non i cittadini, che ora si trovano con una scuola chiusa e una montagna di soldi pubblici evaporati.

Ma almeno possiamo riconoscere alla Piastra una cosa: nei giochi da tavolo, è imbattibile.

Tra Lego, Monopoli e Risiko, governa la città come un passatempo. Peccato che le pedine siano i cittadini.

PS. In seguito ad alcuni commenti dei soliti fans di Piastra che delle due l'una, o si limitano ai titoli o non comprendono l'italiano, specifichiamo che quando parliamo di chiusura di "De Amicis", ci riferiamo all'Istituzione. Era chiaro anche prima, ma tant'è!

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