Cerca

Ciriè

Il Con-Nesso Festival celebra la diversità dei linguaggi e la potenza della comunicazione

Dalla radio d'epoca ai social network: un viaggio nel cuore della comunicazione

“Il medium è il messaggio”, la celebre frase del noto sociologo, filosofo e critico letterario Marshall McLuhan, si è riversata in tutta la propria attualità fra le vie del centro storico di Ciriè quando, nella giornata di sabato 14 settembre, è andato in scena “Con-Nesso”, il festival della comunicazione giunto alla seconda edizione.

Il festival ha riunito professionisti, appassionati e curiosi provenienti da tutta Italia, offrendo un palcoscenico unico per confrontarsi sulle sfide e le opportunità del mondo dell'informazione.

Un palcoscenico a cielo aperto in cui sono state posizionate quattro postazioni talk che hanno ospitato una serie di incontri su temi diversi e attuali: dai podcast al giornalismo, dall'arte alla musica, dalla legalità al turismo sostenibile. Ma il viaggio nel mondo della comunicazione è iniziato ben prima dell'era digitale.

Muovendoci fra le vie del centro storico subito ci imbattiamo nello stand di A.I.R.E., l'Associazione Italiana Radio d'Epoca, che ha riportato i visitatori indietro nel tempo, mostrandoci radio e telefoni d'epoca. "Ci occupiamo di portare la nostra conoscenza di quello che è un tempo che fu della parte della comunicazione - spiega Leonardo Castro, membro dell'associazione - oggi, in un evento dedicato alla comunicazione, ci sembrava importante mettere a disposizione una parte significativa di quello che è la comunicazione di un tempo che fu, per non dimenticare i principi fondamentali delle apparecchiature che utilizziamo adesso".

Andrea Ferrero, presidente nazionale di A.I.R.E., ha tracciato un parallelismo tra le pionieristiche invenzioni di Guglielmo Marconi e le sfide attuali della comunicazione: "Marconi aveva un obiettivo: quello di comunicare senza fili, quindi ci ha regalato il wireless.” 

Il mezzo radiofonico è stato celebrato in tutte le sue sfaccettature, dai natali al mitico periodo pop degli anni 80’.  Proprio Valerio Gallorini, co-fondatore di Radio Deejay, ha chiuso il festival con un viaggio nel tempo, ripercorrendo i primi anni di una delle radio più famose d'Italia.

Gallorini ha raccontato di quando con Cecchetto diedero vita a Radio Deejay insieme a Fiorello, Jovanotti, Amadeus, Gerry Scotti e molti altri speaker di fama nazionale.

Un altro tema centrale del festival è stata la comunicazione come strumento di denuncia e cambiamento. Mauro Esposito, imprenditore e testimone di giustizia, ha presentato il suo libro "Le mie due guerre", raccontando la sua esperienza di lotta contro la 'ndrangheta. La sua storia è stata un monito importante sull'importanza della comunicazione per far emergere la verità e combattere le ingiustizie.

La fotografia è stata un altro protagonista del festival. Francesca Civitillo e Gabriele Bigi, due fotografi, hanno riflettuto sul potere comunicativo dell'immagine.

“La fotografia è un mezzo molto potente  - spiega Francesca Civitillo - ce lo dimostrano quotidianamente le migliaia di immagini da cui siamo bombardati tutti i giorni tramite i social network, ma è anche un mezzo che bisogna saper utilizzare in maniera consapevole”.

La fotografia oltre ai temi della verità e dell’illusione tocca le profonde corde della sfera emozionale e del ricordo:

“Noi fotografiamo per passione – conclude - fotografiamo perché ci emoziona e cerchiamo di trasmettere agli altri le nostre emozioni”.

Si sa che per fotografare non basta avere una buona macchina fotografica, allora a Gabriele Bigi domandiamo quali “doti” vengono in aiuto al bravo fotografo?

“Prima di tutto bisogna avere occhio – spiega – e tanta immaginazione per cercare di ricreare le  proprie idee astratte in concretezza”.

Parlando di comunicazione non si può non menzionare la musica, un vero e proprio linguaggio universale. E’ Federico Macrì, musicista, insegnante e musicoterapista, ad illustrarci il potere comunicativo della musica:

“Una volta – spiega Macrì - un mio insegnante di musicoterapia mi ha detto che è impossibile non comunicare e direi che la musica in quanto linguaggio analogico è assolutamente comunicativa e attraverso quello si trovano delle vie comunicative quasi impensabili. La musica comunica in quanto linguaggio e quindi se vi chiedete perché determinati generi musicali hanno tanto successo adesso è perché parlano il linguaggio di chi li ascolta”.

Federico Macrì ci porta a pensare alla musica come una cartina tornasole della società e parlando di linguaggio e comunicazione non si può non sfiorare il tema del silenzio:

“Secondo John Cage il silenzio è parte della musica - conclude - perché la musica è fatta anche di pause. La musica può essere intesa come una metafora della comunicazione odierna.”

Ciriè, per un giorno, è stata un'armonia di suoni, immagini e parole, un'ode alla comunicazione in tutte le sue forme.

Il Con-Nesso Festival ci ha ricordato che siamo tutti connessi, intrecciati in una rete invisibile di significati e che la comunicazione, come un seme gettato nel terreno fertile delle nostre menti, può far sbocciare idee, emozioni e relazioni inaspettate.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori