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Ivrea
29 Febbraio 2024 - 16:41
L’antipop è un filtro audio posizionato tra il microfono e la bocca che serve a escludere dall’incisione piccoli rumori dovuti all’articolazione delle parole o alla respirazione. Serve a pulire il suono della voce da piccoli fattori esterni.
Antipop è però anche il titolo del documentario su Cosmo e la sua band, disponibile, dal 1° marzo, sulla piattaforma Mubi.
Ed è un po' come se si dicesse che si è tentato di “ripulire” da letture sbagliate l’artista e la sua musica. Antipop infine è anche il titolo di un brano dell’album La terza estate dell’amore.
Diretto da Jacopo Farina che ne ha curato anche la scrittura insieme a Marianna Schivardi, la produzione è stata affidata a Sony Music Entertainment e 42 Records. A Cosmo è invece affidata la voce narrante e la colonna sonora.
L’ascesa di Cosmo non appartiene al mercato discografico immediatamente mainstream e la scalata al successo del cantautore di Ivrea somiglia più alla storia di una garage band.
Sempre circondato e legatissimo al gruppo e alla sua famiglia, questa caratteristica è il nocciolo del lavoro di Farina, che si concentra non tanto sulla spiegazione di testi e musiche, ma sulla vita vissuta della “tribù” che ruota intorno a Marco Jacopo Bianchi, da cui poi l’artista emergerà con il nome di Cosmo.
Si parte dalla sua prima band, i Melange e dalla morte prematura di uno dei musicisti, passando per il secondo gruppo, i Drink to me, e poi finalmente si arriva al successo presso il grande pubblico come solista, che solo non è mai stato.
Nella prima parte del doc Farina ci espone un racconto dove i genitori, ogni amico o musicista ha la stessa importanza. Ci sono le prove nello scantinato di uno zio o in tavernette casalinghe con boiserie, antistanti il bagno d’una madre presa dal fare il bucato. E poi le bevute dopo i rifornimenti di birre al supermercato e le ragazze che testimoniano amori e creazioni musicali. E c'è in tutto questo lo spirito dell’essere uno per tutti e tutti per uno, nell’appoggiare in toto la nuova identità solista di Marco, anzi Cosmo.
Una famiglia e una tribù appunto, dove a contare è l’unione, sempre e comunque: è questa la caratteristica più incisiva del doc.
In sottofondo la noia e le sfide della vita in provincia che ha vissuto e che sono diventate il motore della sua creatività.
Antipop ha un obiettivo: non nascondere nulla perché – come ha spiegato lo stesso Cosmo – è un documentario “visionario e terribilmente umano”.
Per questo racconta tutto: la crescita, la scoperta del dolore, il rischio, il successo e anche il fallimento.
Un elogio della diversità esposta e affrontata con coraggio.
L'ultima volta che abbiamo visto e parlato di Cosmo a Ivrea è stato nel maggio del 2023, in piena campagna elettorale, ad un incontro organizzato alla Zac! (Palestra di politica) condotto da Marco Bovolenta.
Con lui, seduti sul palco, anche Max Casacci dei Subsonica, la vicesindaca di Bologna Emily Clancy (delega all’economia della notte) e Riccardo Ramello fondatore di Club Futuro e #Secchiate, la prima newsletter italiana dedicata al mondo della notte.
Poco prima, nel novembre del 2022, Cosmo era stato ospite di Rai 2 ad una trasmissione di Ilaria D'Amico. Lì a difendere, con un monologo, i “rave party” descrivendoli per quello che a suo modo di vedere sono.
Lo aveva fatto nel giorno in cui aveva preso il via, ufficialmente, in Senato, l’iter parlamentare del primo decreto del governo Meloni contenente le misure anti-rave illegali, tra cui la norma che consente raduni fino a un massimo di 50 persone.i.
“A quanto pare - aveva esordito - i rave fanno paura soprattutto a chi non ne ha mai vissuto uno. Io mi chiamo Marco. Ho 40 anni. Ho un lavoro. Faccio il musicista. Ho anche tre figli. Sono una brava persona. Non sono un raver duro e puro, però frequento feste, anche illegali e sapete perchè. Perchè io ogni tanto ho bisogno di vivere il mio tempo fuori dall’ordinario. Forse non ce ne rendiamo conto ma oramai la nostra socialità è sempre meno libera. Varchi, guardiani, sorveglianza, biglietti, documenti, soldi. Per me questo è un incubo. La società del controllo è un incubo. Di contro i rave. E questo termine è molto ampio in realtà, sono contesti gratuiti, liberi in cui c’è un senso di solidarietà e fiducia reciproca tra i partecipanti che raramente si trova al di fuori nella società....”.
Il successo di un ragazzo che, insegnante di storia all’istituto superiore Ciac di Ivrea, sposato, tre figli, ha deciso di concentrarsi solo sulla musica. E se la gode proprio un casino, con un concerto dietro l’altro in giro per tutta Europa e un occhio sempre rivolto all’eporediese a cui ha dedicato canzoni come “Ivrea Bangkok”, “Sei la mia città” e “L’ultima festa” sulla battaglia delle arance.
Qual è il suo mondo? E’ il mondo della dance. Quando lo si ascolta sembra di ritornare indietro agli anni '90. E ti prende. Eccome se ti prende. “Un genio” lo hanno definito in tanti. Un genio al pari di Franco Battiato, di Vasco Rossi o Zucchero. Qualcosa di diverso e peraltro senza i classici ritornelli...
Suo il marchio Ivreatronic, un festival che si teneva proprio a Ivrea prima dela pandemia. Un tripudio di musica elettronica sperimentale e dance. Ce n’era tanta un tempo e adesso non ce n’è quasi più.
Tutto è iniziato nell’ottobre del 2012, quando, con lo pseudonimo Cosmo, rende disponibili gratuitamente sul web tre sue cover di altrettante canzoni italiane (Gesualdo da Venosa di Franco Battiato, Abbracciala, abbracciali, abbracciati e Io ti venderei di Lucio Battisti).
Il 4 giugno 2013 c’è il suo primo disco solista dal titolo Disordine (42Records), composto da 10 brani cantati in italiano, inserito nella rosa dei cinque finalisti della Targa Tenco nella categoria “opera prima di cantautore”.In ottobre si aggiudica il Premio aKME’, riconoscimento per l’innovazione in campo musicale creato da Vox Day. E sempre nel 2013 si aggiudica il PIMI 2013 (premio organizzato dal Meeting delle Etichette Indipendenti) come “Miglior disco d’esordio”.
Nell’aprile del 2016 il secondo disco da solista, cioè L’ultima festa, con un videoclip diretto da Jacopo Farina e nel maggio 2017 il singolo Sei la mia città, che viene descritto da RTL 102.5 come “Una dichiarazione d’amore ideale e utilizzabile da tutti a un punto fermo, un punto di ritorno, che sia la propria donna (o uomo), la famiglia, o proprio la città dove rifugiarsi dopo aver macinato Km da un palco ad un altro”.
Il 24 novembre 2017 viene annunciato ufficialmente il suo terzo album Cosmotronic, in uscita nel gennaio 2018 per 42Records/Believe.
Arriva la pandemia e nel 2021 finisce alla ribalta delle cronache per una polemica con il Governatore dell’Emilia Bonacini.
A febbraio è sul palco di Sanremo con “La Rappresentante di lista”. Sky Italia gli chiede di sedere tra i giudici del noto programma X-Factor e lui rifiuta.
L'ultimo vero impegno su Ivrea di Cosmo risale all'inaugarazione di Ivrea Capitale del libro con la magica parata, una processione laica (così l'aveva definita lui) organizzata in stretta collaborazione con l'allora assessora Costanza Casali.
S'era presentato a bordo di un Fiat Ducato. Sotto un sole di giugno che sembrava di essere a luglio, in più di 600, a dorso nudo per le strade di Ivrea, a cantare, suonare, ballare, rinfrescarsi nella fontana di Camillo Olivetti e mangiare ghiaccioli, gentilmente offerti "dalla casa". Ne era venuta fuori non la solita Ivrea borghese, trita e ritrita, olivettiana, sonnacchiosa, bigotta, egocentrica, stantia, sempre lì a lamentarsi e a guardarsi indietro perché quando c’era lui (e il lui è Adriano) era tutta un’altra cosa.
Erano seguite polemiche senza fine orchestrate dal gruppo della Lega fuori e dentro il consiglio comunale. Accusato di "omofobia" e di aver trasformato la parata di un "lgbqt+ pride", Cosmo s'era difeso attaccando la destra su tutti i canali social, non in ultima rinunciando al "cachet".
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