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12 Gennaio 2024 - 20:17
Tutti in coda per un selfie davanti dalle bare di Taffo.
Potere della comunicazione, quella gestita con quel pizzico di leggerezza che, come insegnava Italo Calvino, "Non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
Questa sera a Chivasso, in via Italia 13, ha aperto la Taffo Funeral Service, l'agenzia di onoranze funebri nota in tutta Italia per le sue innovative campagne pubblicitarie.
"Vi aspettiamo a bare aperte" era l'invito. "Siamo arrivati a Chivasso. Bare color nocciolino per tutti", lo slogan per anticipare l'evento.
Un invito che non è caduto nel vuoto. Mai, prima di oggi si era vista la coda fuori da un'agenzia funebre. E il clima, in perfetto stile Taffo, era all'insegna della leggerezza.
"Signora, vuole una baretta?" diceva l'addetto alla distribuzione dei gadget. E c'era anche chi è stato disposto a comprare i souvenir dal marchio Taffo: borracce, quaderni.
"Mi raccomando, se fate una foto, taggateci. Se fate la foto all'interno della bara diventate clienti il più tardi possibile" e giù risate da parte di chi allo scherzo sa starci, altrimenti non sarebbe stato neppure lì.
Ad aprire Taffo Funeral Service a Chivasso è stato Davide Ingoglia, imprenditore alla sua terza esperienza con questo brand riconosciuto in tutta Italia. Sono sue anche le agenzie di Torino, corso Umbria e di Venaria Reale, piazza dell'Annunziata 13.
All'inaugurazione era presente Alessandro Taffo, titolare della casa madre con 30 agenzie in sette regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Lazio.
"Sì, sono il creatore di tutto e coordino tutta la parte pubblicitaria, le campagne".
E' il creativo, dunque?
"Non posso assumermi la natalità delle pubblicità che ci hanno reso così importanti. Coordino tutta la parte commerciale dell'azienda e tutte le realtà che ci seguono. Stare dietro a tutte le agenzie di comunicazione cui ci appoggiamo è un impegno non indifferente".
Taffo nasce con lei? E' alla prima generazione in questo settore?
"No, quest'azienda è alla quarta generazione. Ovviamente vissuta e gestita in maniera completamente diversa. Quando siamo arrivati io e mio fratello abbiamo stravolto tutta la comunicazione. La mia famiglia storicamente ha fatto questo lavoro. Mio papà, prima di lui mio nonno e ancor prima il mio bisnonno".
Che origini avete?
"Loro sono abruzzesi. L'azienda è nata lì, ma poi si sono divisi due rami e con quella parte non abbiamo più nulla a che fare. Crescendo notevolmente, il ramo romano ha diviso la struttura. Noi abbiamo depositato il marchio sia in Italia che all'estero".
Quante agenzie avete aperto in questi anni?
"Sono 30, ma nel 2024 dovrebbero esserci altre aperture. E' difficile programmare l'apertura di sedi funerarie perché al contrario dei negozi, dobbiamo formare molto attentamente gli addetti che fino ad ieri facevano tutt'altro. E' un percorso di formazione importante e che ci ha reso vincenti. Noi creiamo un alchimia di attenzione per l'evento funebre e di formazione con strumenti innovativi che permettono di essere all'avanguardia".
Siete abituati ad avere la coda alle vostre inaugurazioni?
"Sì, non è la prima volta. Siamo molto seguiti grazie alle nostre campagne pubblicitarie. Abbiamo fatto anche una serie Tv che ci ha portato nelle case degli italiani".
Parliamo di "Questa cassa non è un albergo" trasmessa su RealTime?
"Esattamente. E' stato un successo. Abbiamo partecipato attivamente anche noi: io, mio papà, mio fratello, i nostri figli, le nostre famiglie. Oltre ad essere un evento mediatico importante, per noi ha rappresentato un momento di leggerezza, raccontando quel che succede nella nostra vita".
Lei, Alessandro, quanti anni ha?
"Ne ho 40. Ho iniziato a fare questo lavoro da giovanissimo. Ho seguito mio papà per gioco e poi quello che era un gioco è diventato un obiettivo".
E le vostre innovative campagne pubblicitarie quando sono iniziate?
"Nel 2010 quando mi sono accorto che per emergere non potevamo usare lo stesso strumento di comunicazione che avevano gli altri. Dovevamo usare più forte degli altri concorrenti. Per urlare più forte hai due opportunità: o investire il doppio o comunicare differentemente. Così è nata l'idea di trovare uno strumento di comunicazione totalmente diverso".
E' stato un rischio?
"Un rischio enorme! All'inizio non abbiamo riscosso solo giudizi positivi, ma tantissime critiche. Perseverare in un obiettivo ti porta a raggiungere dei risultati. Dopo un po', pian piano, qualcuno ha iniziato ad amarci. Non arrivavano solo telefonate di lamentela, qualcuno ha iniziato a chiamarci proprio perché vedeva le nostre campagne".
Quindi quel pizzico di leggerezza è stata la vostra carta vincente?
"Esattamente, proprio così".
Un'ultima domanda: lei è scaramantico?
"Assolutamente no" sorride.
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