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SAN MAURO. Scandalo al cimitero, bare a mollo in un acquitrino

SAN MAURO. Scandalo al cimitero, bare a mollo in un acquitrino

L'acquitrino in cui era immersa una salma nel cimitero di San Mauro

Le bare del “campo D” del cimitero di San Mauro sono sepolte in un acquitrino. Acqua e melma: ecco infatti ciò che gli operatori della cooperativa “Il quadrifoglio” hanno trovato all’interno dei feretri, quando li hanno aperti per svolgere il loro lavoro di esumazione delle salme. “Gli operatori hanno lavorato in condizioni pietose per cercare di raccogliere tutti i resti presenti nel feretro, scandagliando il fondo dello stesso e raccogliendo fino all’ultimo ossicino trovato” spiega il responsabile della stessa cooperativa in una relazione inviata a Margherita Arborea (assessore ai servizi cimiteriali) e agli uffici del comune di San Mauro. “In quelle condizioni non posso affermare che tutte le ossa siano state raccolte perché umanamente era impossibile […]”. Le ossa sparse nel campo D, quelle che avevano fatto scattare il “caso politico” (sollevato dalla consigliera Udc Paola Antonetto) nelle scorse settimane, erano dunque conseguenza di questa situazione alquanto imbarazzante.     Il problema, però, è molto più ampio di quello che si possa pensare. In quell’area del camposanto, infatti, c’è una falda acquifera alimentata direttamente dal Po: ecco il motivo per cui le salme sono state ritrovate immerse nell’acqua. Sta di fatto che nella relazione inviata al Comune, il responsabile della cooperativa fa presente il problema della falda ma spiega anche che secondo lui il terreno in questione non può ospitare inumazioni perché non idoneo (la legge impone che “i campi destinati all’inumazione devono essere ubicati in suolo idoneo per struttura geologica e mineralogica, per proprietà meccaniche e fisiche e per il livello della falda idrica”). Di fronte alle sue perplessità, il Comune risponde “picche”. “Questa è la terra di San Mauro” avrebbe sostenuto l’ufficio lavori pubblici, intendendo che nulla c’era da fare per cambiare la situazione.     Se lo dice la legge... Eppure, secondo Paola Antonetto, sarebbe forse ora di effettuare qualche piccolo controllino sulla conformità del cimitero di San Mauro con le disposizioni di legge. “Il Dpr di polizia mortuaria nazionale è stato del tutto disatteso - spiega la consigliera -. Si parla di struttura idrologica e geologica conforme, si parla di una distanza minima dalla falda acquifera, che qui non c’è. Poi, l’articolo 60 prevede che il cimitero sia provvisto di scoli superficiali per lo smaltimento delle acque meteoriche. Non ce n’è traccia”. C’è poi l’aspetto della “mineralizzazione” delle salme. E in questo caso, è addirittura una lettera inviata dalla dirigente Cardarelli (ufficio servizi alla persona) all’ufficio tecnico, in cui si chiede di inviduare nuovi campi di esumazione, in quanto nel campo D (quello dello “scandalo”) non sono rispettate le “condizioni organolettiche” richieste. Ma l’ufficio tecnico non ha mai risposto.  

lucaschiliro@giornalelavoce.it

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