La meraviglia delle murrine, le coloratissime e fascinose perle di vetro veneziane da secoli conosciute in tutto il mondo. Ma anche l'arte musicale dei suonatori di corno, nata per la caccia nelle corti principesche d'Europa alla fine del Seicento e coltivata anche oggi nella Reggia di Stupinigi. L'Unesco aggiorna la sua lista dei beni immateriali Patrimonio dell'Umanità e ancora una volta include le ricchezze della cultura italiana, da tutelare e tramandare ai posteri, indicano gli esperti che la pandemia Covid ha costretto quest'anno a riunirsi via zoom (l'appuntamento 2020 era stato fissato a Kingston, capitale della Giamaica) insieme con tanti altri capolavori del saper fare umano, tra cui quest'anno sono stati aggiunti la Sauna Finlandese e il Cous Cous del Maghreb, la Charfia, che è l'antica pratica della pesca praticata in Tunisia e il Tiaijiquan o Thaichi, l'arte marziale cinese che tutti abbiamo imparato a conoscere, come una sorta di ginnastica slow adatta a tutte le età. "Un nuovo primato che conferma la ricchezza del patrimonio culturale nazionale diffuso e che valorizza l'impegno delle comunità nella valorizzazione di quell'insieme di saperi e tradizioni che le contraddistingue", commenta il ministro della cultura Franceschini, contando un totale di 69 riconoscimenti Unesco portati a casa dall'Italia, che domina la prestigiosa lista Unesco, seppure da anni ormai in stretta competizione con la Cina. Messa definitivamente in salvo Pompei, che anni fa rischiava di finire nella lista nera del patrimonio in pericolo, l'Italia può vantare ora 55 siti con il marchio di qualità Unesco ai quali si aggiungono, con l'arrivo delle perle veneziane e della musica da corno, 14 arti riconosciute nell'elenco della "cultura immateriale". Non solo i luoghi, i monumenti storici, le meraviglie della natura, ma anche "il ricchissimo patrimonio di culture, saperi, competenze", sottolinea dal Mibact la sottosegretaria Anna Laura Orrico che sottolinea l'orgoglio per l'ulteriore doppio riconoscimento. Competenze, fa notare, "che è importante non solo salvaguardare ma anche trasferire alle nuove generazioni, attraverso la formazione, in modo da creare nuove opportunità di lavoro e di impresa". Per l'arte musicale dei suonatori di corno da caccia, la candidatura, alla quale si lavorava dal 2014, è stata in realtà trasversale, con l'Italia, rappresentata in questo caso dal Piemonte che si è aggiunta a Francia, Belgio e Lussemburgo. Protagonista del dossier italiano, la comunità dei suonatori dell'Equipaggio della Regia Venaria, fondata nel 1996 dall'Accademia di Sant'Uberto-Onlus, associazione culturale che ha seguito l'iter della candidatura. La sede legale dell'Accademia è a Stupinigi, quella operativa-musicale alla Reggia di Venaria: due sedi che sottolineano il legame storico del suono del corno con il loisir reale. Anche il riconoscimento alle perle veneziane è frutto di una candidatura internazionale depositata da Italia e Francia, con l'Italia capofila, e proposta per la parte italiana dalla Comunità dei perlai veneziani rappresentati dal Comitato per la Salvaguardia dell'Arte delle perle di Vetro Veneziane e per la parte francese dalla Comunità dei perlai francesi, rappresentati dall'Association des Perliers d'art de France. Un lavoro condiviso che ha portato a mettere in luce le particolarissime caratteristiche di questo 'saper fare' , le tecniche, ma anche il linguaggio particolare di chi questo mestiere padroneggia e tramanda da secoli, per l'Italia a Venezia e nei celeberrimi centri della laguna, Murano, Burano, Torcello, per la Francia soprattutto nella parte continentale del Paese, dall'Ile de France all'Auvergne , la Nouvelle Aquitaine e Occitanie. Hanno vinto insomma due candidature forti e frutto "di una solida cooperazione internazionale", come fa notare la sottosegretaria Orrico. In un anno difficile come questo 2020, decisamente un buon segnale.
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