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15 Novembre 2024 - 14:45
I riscaldatori di tabacco sono prodotti per fumatori adulti presenti sul mercato già da diversi anni; rappresentano una delle principali alternative al fumo tradizionale (sigarette, sigari, trinciato e affini). Lo stesso può dirsi delle sigarette elettroniche, in commercio da quasi vent’anni. In linea di massima, si tratta di due prodotti sostanzialmente diversi, sia dal punto di vista tecnico sia per il principio alla base del loro funzionamento. Di seguito, vediamo perché non è corretto porli sullo stesso piano, nonostante alcune affinità.
È un dispositivo elettronico alimentato da una batteria interna agli ioni di litio. Viene definito ‘riscaldatore’ perché scalda una miscela di tabacco, confezionata sotto forma di stick monouso, producendo un vapore contenente nicotina ma privo di residui solidi. Le miscele disponibili in commercio possono essere aromatizzate da fragranze fruttate o fresche, mentre gli stick presentano dimensioni tali da essere compatibili solo con i dispositivi prodotti dalla stessa azienda.
Durante la sessione di riscaldamento, la miscela viene esposta a temperature piuttosto elevate che possono sfiorare i 300°. Ciò nonostante, il tabacco non brucia, poiché non raggiunge la soglia di completa combustione, siccome la temperatura viene tenuta sotto controllo da sensori e software appositi presenti all’interno del dispositivo. L’assenza di combustione è, infatti, la principale prerogativa di questo genere di prodotti per fumatori adulti, che si differenziano nettamente da quelli tradizionali a base di tabacco da bruciare.
Un dispositivo a tabacco scaldato è dotato di un sistema di riscaldamento interno, la cui funzione è quella di produrre il calore che serve a riscaldare la miscela contenuta nello stick. In che modo? Ad oggi vengono adoperate principalmente due tecnologie diverse: il riscaldamento resistivo e la Induction Heating Technology.
Quest’ultima sfrutta il principio di induzione: la corrente elettrica attraversa una bobina metallica avvolta attorno alla camera di riscaldamento, generando un leggero campo magnetico. Tale condizione produce, a sua volta, il calore che riscalda la miscela di tabacco dall’esterno verso l’interno. Nei sistemi di tipo resistivo, invece, il calore viene prodotto per effetto della resistenza elettrica opposta da un corpo (fatto di materiale conduttore) al passaggio della corrente.
Le sigarette elettroniche, o ‘e-cig’, sono anch’esse dispositivi elettronici alimentati a batteria; di contro, non scaldano una miscela di tabacco ma producono aerosol mediante un processo di nebulizzazione. Al loro interno è presente una cartuccia con un serbatoio, che contiene una soluzione liquida a base di acqua e altre sostanze (aromi alimentari, glicerina, glicole propilenico o glicerolo). Il liquido può contenere anche una certa quantità di nicotina (il livello minimo è zero, quello massimo consentito è 20 mg/ml); nei dispositivi ‘a sistema aperto’, può essere rabboccato dall’esterno, utilizzando una ricarica preconfezionata mentre in quelli ‘a sistema chiuso’, una volta esaurito bisogna rimuovere l’intera cartuccia e sostituirla con una precaricata.
Nonostante l’evidente differenza esistente tra un riscaldatore di tabacco e una ‘e-cig’, sussiste ancora una certa confusione in merito. Nel primo caso si descrive il funzionamento di prodotti come, ad esempio, quelli di glo™, ossia dispositivi che scaldano il tabacco senza combustione. Nel secondo caso (per le e-cig), parliamo di prodotti con un liquido a base di glicerina, aromi e nicotina che viene vaporizzato tramite una resistenza elettrica.
Ricapitolando, quindi, i riscaldatori di tabacco non sono assimilabili alle sigarette elettroniche perché:
Sia le ‘e-cig’ che i riscaldatori di tabacco sono alternative al fumo tradizionale nonché prodotti destinati esclusivamente a fumatori adulti in quanto contengono nicotina.
Powered by glo™
Questi prodotti non sono privi di rischi e contengono nicotina, una sostanza che crea dipendenza.
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