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04 Giugno 2023 - 16:05
Stefania Porrino
Sorrisi brevi. Carezze tremolanti. Il segno del cappello sulle teste da pulcini. Sguardi sinceri, rugosi e a tratti accigliati che valgono più di mille parole.
Col passare del tempo e l’avvento degli anni, può l’uomo essere solo questo?
Non è di questo avviso Stefania Porrino, consulente educativa, arteterapeuta clinica ed esperta di Terapia Assistita con Animali (TAA) – più comunemente nota come Pet Therapy – per anziani e pazienti affetti da disturbi e disabilità.
“Da quanto ho aperto Kiart nel 2011 – spiega Stefania – mi sono sempre battuta per far sì che la terza età, così piena di contenuti, emozioni e valori nascosti, non sia vista come la fine del viaggio. CM Service ha creduto in me e, dal 2018, collaborando con molte delle sue Residenze sparse su tutto il territorio, mi occupo di produrre, conservare e sviluppare quella che a tutti gli effetti è il senso più profondo di quello che penso significhi essere umani: coltivare relazioni.”
Una missione di vita, quella di Stefania, che stabilisce progetti dai chiari obiettivi con le singole Case di cura, gli operatori e gli specialisti in struttura. Nello specifico, attraverso percorsi terapeutici appositamente studiati, non solo stimola l’asse cognitivo dei residenti al fine di conservarne le funzionalità, ma promuove anche lo sviluppo di una rete di rapporti e relazioni per mezzo di diverse iniziative e attività di animazione: dalla onoterapia a progetti come la “Posta dei nonni e dei bambini” in collaborazione con gli asili nido e le scuole elementari del territorio.
IN FOTO L’affetto degli asini
“Perché gli asini? Perché rispetto agli altri animali hanno una capacità di relazionarsi che è straordinaria. Mansueti, incredibilmente empatici, per natura curiosi e solidali, sono i compagni ideali per chi ha bisogno di stringere legami, perché sono capaci di includere l’uomo all’interno del loro gruppo con facilità e rendono possibile lavorare molto bene sull’asse relazionale. Il mio personalissimo legame con gli asini – spiega ancora Stefania - è nato con il vecchio asinello Peter, che è appartenuto alla mia famiglia e che purtroppo non c’è più. Oggi sono soprattutto i suoi figli gli esemplari con cui lavoriamo di più in allevamento per sviluppare negli ospiti e nei pazienti quella capacità di relazione che è così importante per far star bene le persone.”
La TAA è un intervento - personalizzato sul paziente - a valenza terapeutica finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale, rivolto a soggetti con patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine.
Come riportato da alcune recenti ricerche dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), le cure che prevedono l’utilizzo della TAA in Italia, incidono in maniera positiva sugli aspetti sociali, motori e sullo stato d’animo dei pazienti. In modo particolare nei centri per anziani l’interazione con gli animali, aiuta a sviluppare benessere e serenità.
L’intensissimo lavoro di cooperazione con differenti enti e strutture portato avanti in questi anni con l’intento di “fare rete” tra le Residenze e le iniziative promosse dai rispettivi paesi ha permesso di connettere e reinserire gli ospiti all’interno di un contesto di cui si sentono di far parte, attraverso attività - soprattutto manuali - non fine a sé stesse, ma pensate “per gli altri”.
In questo modo, per esempio, i laboratori di cucina e quelli di giardinaggio con i bambini, così come i laboratori di musica, assumono tutto un altro significato e un altro valore, perché il lavoro degli ospiti acquista un suo peso specifico e una sua utilità.
Non serve dunque certo scomodare Aristotele e la sua Politica quando si dice che l’uomo ha bisogno di far parte di una comunità, all’interno della quale condividere storie, memorie e soprattutto relazioni. Vite ed esperienze che si intrecciano, conservando le stesse emozioni. Come un gruppo di anziani seduti in cerchio nel bel mezzo di un laboratorio di fotografia, che, vedendo alcuni scatti di carri da getto, maschere e foulard colorati, intonano insieme, all’improvviso e senza musica, la canzone del Carnevale.
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