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Settimo Torinese

E il Villaggio Olimpia inventò il tempo pieno

Pagine di storia a cura di Silvio Bertotto, in esclusiva per il settimanale La Voce

E il Villaggio Olimpia inventò il tempo pieno

Centri estivi a Settimo Torinese

Settimo Torinese, anni Sessanta dello scorso secolo. A causa degli incessanti flussi migratori dal Veneto e dal Mezzogiorno, il fortissimo aumento del numero di scolari che necessitano di assistenza rischia di mettere in crisi l’attività del Patronato scolastico, l’ente associativo di diritto pubblico a cui sono affidati la refezione, il doposcuola e la periodica distribuzione di indumenti, materiale di cancelleria e sussidi di varia natura, specie durante i mesi più freddi.

L’esigenza di offrire risposte qualificate ai bisogni degli alunni e delle loro famiglie emerge da molte delle relazioni che integrano i bilanci preventivi e i conti consuntivi dell’Ente. I responsabili del Patronato si dicevano convinti della «necessità di migliorare l’assistenza per adeguarsi al ritmo incalzante» dei tempi moderni, anche se non mancavano le riserve sull’efficacia educativa delle attività svolte.

Un piccolo salto di qualità fu compiuto all’inizio del 1971 quando il Patronato si fece carico di organizzare e gestire una scuola sperimentale a tempo pieno nel Villaggio Olimpia. Le caratteristiche socioculturali del quartiere erano tali da richiedere – come fecero rilevare i responsabili del secondo circolo didattico alla presidenza dell’Ente – «un servizio di scuola integrata» per i bambini che vivevano nei casermoni al confine con Torino. L’accento fu soprattutto posto sulla «altissima percentuale» di alunni «praticamente privi di assistenza familiare», sullo «scarso rendimento scolastico», sulla mancanza di una scuola materna, di «attività assistenziale ricreativa a livello parrocchiale» e di «attrezzature ginnico-sportive».

L’esperimento ebbe inizio il 15 gennaio 1971 e suscitò subito il caloroso consenso delle famiglie, tant’è che alla scuola a tempo pieno si iscrisse la quasi totalità degli alunni (137 su 139) che frequentavano la «Nino Costa», l’elementare del Villaggio. La parte didattica fu affidata a cinque insegnanti fuori ruolo con esperienza di doposcuola, a un maestro-animatore e a tre insegnanti specializzati in attività espressive. Oltre l’ottanta per cento delle spese fu sostenuto dal Comune e poco più del dieci per cento dal Patronato di Settimo, mentre il Consorzio provinciale dei patronati intervenne con 120 mila lire, finanziando un corso di lingua inglese. Le famiglie furono invitate a concorrere con una modica cifra (duecento lire al mese per bambino).

La povertà dei servizi rivolti all’infanzia indusse gli stessi amministratori del Patronato a istituire un «Parco Robinson» per gli scolari del Villaggio Olimpia durante il mese di settembre del 1971. Sostenuta economicamente dal Comune e in minima parte dalla Provincia, l’iniziativa risultò «particolarmente gradita» ai genitori. I centotrenta bambini ebbero modo di dedicarsi a «occupazioni didattiche di ricupero scolastico» e ad «attività ricreative».

Subito il «Parco Robinson» si aprì anche agli alunni iscritti alla prima classe elementare per l’anno 1971-72. La decisione fu assunta in seguito a una precisa richiesta delle famiglie, le quali fecero osservare che i figli, impossibilitati a frequentare le scuole materne a causa della posizione troppo periferica del Villaggio, manifestavano «serie difficoltà» d’inserimento in prima elementare. Considerato il successo si decise di riproporre le attività del «Parco Robinson» nel periodo seguente.

Accadeva negli anni Settanta, al Villaggio Olimpia di Settimo...

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