Cerca

Attualità

Pecco Bagnaia perde la pazienza e sbotta in conferenza stampa: “Mi sono stufato di parlare di Ducati”

Il campione di Chivasso sbotta davanti ai giornalisti: “Non voglio più parlare dei problemi tecnici”.

Pecco Bagnaia

Pecco Bagnaia (foto profilo Instagram)

Sbuffa, stringe la mascella e poi taglia corto: «Mi sono stufato». Francesco Bagnaia arriva a Phillip Island con la faccia di chi non ha più voglia di fare finta di niente. L’Australia doveva essere il ritorno alla serenità, invece è l’ennesimo banco di prova per un pilota che, dopo Mandalika, sembra aver perso più fiducia che punti. La Desmosedici GP25, quella che doveva essere la sua arma perfetta, oggi gli pare un corpo estraneo. “Il funzionamento è diverso, non la riconosco più”, aveva già confessato. E ora il fastidio è esploso in pubblico.

Basta una domanda in conferenza stampa per accendere la miccia. Quando gli chiedono dei problemi interni in Ducati, Pecco sbotta: «Abbiamo parlato, ma non cambia niente. Siamo nella stessa squadra, ma sono stufo di parlare di tecnica: chiedetelo a chi gestisce il progetto». Una frase secca, diretta, che sa di messaggio recapitato ai piani alti, Gigi Dall’Igna in primis. Non è più solo una questione di set-up: è un corto circuito umano, di fiducia e di nervi.

Dietro il tono ruvido, si nasconde un paradosso: il compagno Marc Marquez con la stessa moto ha già dominato il campionato, mentre Bagnaia alterna picchi e crolli vertiginosi. A Motegi aveva ritrovato il sorriso, a Mandalika si è schiantato contro i suoi stessi dubbi. Ora, a Phillip Island, ammette che “se l’anteriore non è stabile, la pista diventa un incubo”. E il termine incubo lo ripete più volte, quasi fosse una previsione più che un avvertimento.

Nel box rosso, intanto, l’aria è pesante. Si parla di fratture interne, di test segreti, di prove con la vecchia GP24. Lui nega, ma non smentisce del tutto. «È tutto l’anno che do spiegazioni», dice con stanchezza. Come se la cosa peggiore non fosse la moto, ma la sensazione di non essere più ascoltato.

Il campione del mondo di Chivasso che un tempo dominava il paddock con calma glaciale ora sembra un uomo che si difende più che attaccare. A Phillip Island vuole solo finire la gara. E forse, più che la classifica, gli serve ritrovare se stesso — e una Ducati che torni a parlargli la stessa lingua.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori