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Yamaha vuole Pecco Bagnaia: ecco perché (e quando) potrebbe provarci

Mercato piloti in fermento: il sogno proibito della Yamaha

Pecco Bagnaia

Pecco Bagnaia (foto profilo Instagram)

Il paddock brucia. Le voci girano. E la più clamorosa riguarda Francesco “Pecco” Bagnaia, due volte campione del mondo con Ducati e simbolo della rossa di Borgo Panigale. La suggestione arriva da lontano, da Iwata: Yamaha vuole Pecco. Subito.

Fabio Quartararo ha bisogno di un compagno all’altezza. Non basta più correre da solo. Non basta più il podio o qualche pole. Serve una coppia d’assalto. E allora ecco il sogno proibito: affiancare Bagnaia al francese, già dal 2026.

Ma è un sogno, appunto.

Il contratto di Bagnaia con Ducati parla chiaro. È valido fino al 2027. E Pecco lo ha ribadito: «I contratti si rispettano». Frase lanciata senza mezze misure nei giorni bollenti del caso Martín-Aprilia. Parole che pesano. Tanto. Perché dette da uno che con la Ducati ha costruito un impero di vittorie e titoli. Che è diventato il volto del marchio. Il più vincente della storia italiana in MotoGP.

Eppure il 2025 è partito male. La GP25 non risponde. Il feeling è incerto. Il pacchetto tecnico traballa. E allora qualcuno sussurra che, dietro la sofferenza in pista, possa celarsi una frattura anche fuori. Ma chi lo conosce sa che Bagnaia è fedele. Leale. Uno che non molla alla prima curva difficile.

Francesco Pecco Bagnaia campione di Chivasso

Yamaha, però, non aspetta. Lavora. Progetta. E sogna. Vuole tornare quella potenza che era, poco tempo fa. Con due piloti di vertice. Per Paolo Pavesio, alla guida del nuovo corso dopo Lin Jarvis, sarebbe un colpo storico. E per questo è pronto a fare follie.

Intanto il mercato si muove.
Toprak Razgatlioglu è vicino al team Pramac, e potrebbe segnare un nuovo equilibrio interno alla galassia Ducati. Il destino di Pedro Acosta e Enea Bastianini è ancora sospeso, tra offerte, ipotesi e incastri.

Ma la suggestione resta. E anche se Pecco ha detto no, oggi, domani il paddock potrebbe cambiare ancora. Perché, in MotoGP, nulla è davvero impossibile.

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