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08 Agosto 2024 - 09:41
Pietro Arese, mezzofondista ottavo alla finale 1500 dopo la gara
E’ sanmaurese l’atleta azzurro che ha demolito il record italiano sui 1500 mezzofondo a Parigi. Pietro Arese, classe 1999, venticinque anni ancora da compiere e piemontese doc, riesce forse nell’impresa più ardua di tutte: superare sé stesso. Battendo il record italiano ad Oslo lo scorso maggio, scoglio dei mezzofondisti italiani - 3’32’’78 - da ben 34 anni, con più di due centesimi di stacco. Rendendo - forse - anche un po’ giustizia alla judoka sua concittadina Kim Polling, olandese naturalizzata, fuori dai giochi per la sconfitta agli ottavi contro la numero uno del mondo del judo.
L’oro nella gara dei 1500, invece, è andato all’americano Cole Hockerche, che ha anche sancito il record olimpico con 3’27’’65. “Sfide titaniche quelle degli ultimi anni, è fantastico correre con loro – racconta l’azzurro soddisfatto, poco dopo la gara di martedì scorso -. Ero stato uno dei pochi a pronosticare la vittoria di Cole”, aggiunge poi.
Un metro e ottantanove per 69 chili di dirompenza e determinazione. Un ragazzo poco appariscente, all'apparenza come tanti, da poco laureato in Ingegneria per la sicurezza del lavoro e dell’ambiente. L’atleta, parte delle Fiamme Gialle, nasce in realtà come pallavolista, nel Sant’Anna di Torino. Come opposto della squadra rimane fino a settembre del 2013. Poi il cambio di rotta, la curiosità di cimentarsi in una nuova disciplina e l’abnegazione giusta per iniziare a dare risultati importanti. Nel 2018, quindi, il trasferimento a Varese per potersi allenare al College del Mezzofondo, quando si capisce che con l'opportuno allenamento la giovane promessa potrà regalare grosse emozioni. “Nelle gare è fondamentale l’intelligenza tattica. In modo da conservare le energie per il momento giusto”, spiega. I risultati, infatti, arrivano eccome. Prima con il podio sfiorato agli Europei di Monaco nel 2022, e poi con il record italiano alla Diamond League di Oslo, lo scorso maggio, che aveva visto anche il miglior tempo dell’anno di Marcell Jacobs.
Un cognome impegnativo il suo: Arese, come l’ex presidente Fidal Francesco Arese, anche vincitore del titolo europeo ad Helsinki nel 1971, sempre sui 1500. “Un segno del destino forse. Conosco Franco e parliamo spesso, anche se tengo a ribadire che non siamo parenti. – specifica Arese, probabilmente per scongiurare impropri accostamenti di parentela già proposti dalla stampa.
In lacrime il ragazzo nato e vissuto a San Mauro Torinese, per essere riuscito a superare il record italiano imbattuto dal 1990 prima, ma che poi sarà egli stesso a superare a Parigi. “Iniziare la stagione con tutti questi record è stato fantastico non solo per me, ma anche per tutti gli altri ragazzi della nazionale”, aveva raccontato dopo Oslo.
Poi, nell’ultima intervista dopo la finale di Parigi: “Sono veramente contento di averlo fatto davanti a tutto il mio paese. L’atletica in particolar modo negli ultimi anni ha dato un sacco di soddisfazioni. Sarà di parte - ammette sorridendo - ma per me è un po’ lo sport olimpico di eccellenza. E la 1500 è un po’ “la gara”. Spero di avere fatto emozionare, questo è l’importante”, ha concluso.
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