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Endurance trail
05 Dicembre 2022 - 08:11
Massimo Scuccato sorride orgoglioso con la medaglia di finisher del TOR330
Tra pochi giorni, più precisamente il 23 dicembre, Massimo Scuccato compirà 35 anni. Per gli sport di endurance, le prestazioni di picco possono benissimo essere ancora ricercate a quest’età, poi solitamente inizia la discesa. L’ultra trailer di Lauriano, classe 1987, adora però la salita, come dimostrano le tante gare impegnative a cui ha preso parte nelle ultime stagioni, e non ha alcuna intenzione di fermarsi qui.
Quest’anno, Scuccato ha preso parte al Tor des Géants: un “viaggio” sulle alte vie della Valle d’Aosta di 330 chilometri sulla carta e, malauguratamente, pochi meno nella realtà. Perché dopo 6 interminabili e indimenticabili giorni (e oltre 140 ore no stop), quando mancavano poco più di una decina di chilometri al transito sotto l’arco di arrivo a Courmayeur, gli eventi avversi che hanno interessato la parte finale del percorso hanno imposto l'interruzione anticipata. In quel momento, Massimo si trovava insieme a Luca Conrado di Brozolo (l’amico fraterno con cui condivide la passione per la montagna e per queste autentiche imprese sportive) ed a tanti altri corridori del TOR330 al rifugio Frassati, in cui sono dovuti rimanere per oltre 7 ore. Un sogno svanito, o quasi, perché la direzione di gara ha poi deciso di assegnare il premio finisher a tutti i corridori regolarmente in gara dopo il rilevamento cronometrico di Bosses. Una magra consolazione la tanto ambita maglietta di finisher, perché l’emozione di transitare sotto l’arco d’arrivo si è dissolta. O per lo meno, conoscendo Massimo, è solo rimandata alla prossima partecipazione.
Massimo Scuccato e Luca Conrado condividono una bellissima amicizia e la passione per la montagna
“Il Tor des Géants è stato per me un sogno che passo dopo passo è diventato un obiettivo. Ci hanno fermati al rifugio Frassati per una bufera di neve e da lì non siamo più ripartiti. E’ un grande viaggio, che mio malgrado non ho potuto portare a termine, e che prima o poi rifarò. In 6 giorni avrò dormito poco più di 10 ore: inevitabilmente la lucidità viene meno in alcuni frangenti, momenti di sconforto e spossatezza si alternano ad altri in cui vorresti spaccare il mondo. La fatica, sia fisica che mentale, è comunque una compagna di viaggio con cui dover convivere: la seconda notte ho avuto ad esempio delle allucinazioni, non mi era mai successo prima. Dopo un po’, però, non ci si fa più caso, è come se si entrasse in un’altra dimensione. Per affrontare sfide come queste bisogna avere grandi stimoli e una grossa passione per quello che si fa. I momenti di debolezza arrivano e sono tanti, ma così come nella vita bisogna aggrapparsi alle certezze che si hanno”.
Il Tor dés Geants è un viaggio di oltre 330 chilometri sulle alte vie della Valle d'Aosta, da affrontare con la giusta preparazione fisica e mentale
Per affrontare il TOR330 è d’obbligo essere al top fisicamente. E’ proprio questa una delle certezze di cui parla Massimo, che da mesi si è affidato alle cure di Franco Chiesa, fisioterapista e performance coach di Genea Biomed, centro medico specialistico d’eccellenza di Chivasso: “Con il loro supporto posso dire di aver coronato un sogno a lungo inseguito. Conoscevo già Giuseppe Deambrogio, essendo stato il mio presidente della società di calcio del Busignetto in cui ho giocato per una quindicina d’anni, e da quando ho iniziato ad essere seguito dallo staff di Genea le mie performance sono migliorate notevolmente”.
Inevitabile passare il testimone al performance coach Franco Chiesa per sviscerare il dietro le quinte della preparazione che accompagna l’avvicinamento ad una gara di questo tipo: “Sono assolutamente contento dei risultati ottenuti da Massimo, che si è subito orientato sulle gare di lunga distanza. A seguito dei test iniziali, i quali hanno messo in luce carenze e punti di forza, abbiamo pianificato la stagione per cercare di raggiungere il picco di forma verso fine estate. Gli allenamenti hanno visto un graduale incremento dei volumi, svolgendo la maggior parte dei chilometri in zona aerobica. La valutazione tecnica su treadmill ci ha inoltre permesso di curare i dettagli tecnici e svolgere un lavoro mirato sulle sue carenze di forza, consentendoci di arrivare a luglio con un ottimo stato di forma, testimoniato dai suoi fantastici piazzamenti al Gran Trail Courmayeur e al Monterosa Est Himalayan Trail. Dopo una fase di scarico, abbiamo quindi fatto le ultime rifiniture in vista del Tor des Géants: alla sua prima esperienza in questa gara è stato bravissimo, dimostrando di avere grande testa e cuore. Non ho mai dubitato di lui perché era davvero ben preparato, anche se in questo tipo di competizioni ci sono sempre da affrontare variabili imponderabili, come il meteo e gli infortuni. Durante il TOR330, anche Massimo è incappato in una distorsione di caviglia e l’ho raggiunto alla base vita di Valtournenche per un trattamento e un bendaggio, poi ha stretto i denti e ha proseguito con grande determinazione”.
Il fisioterapista e performance coach Franco Chiesa segue la preparazione di Massimo Scuccato presso la Genea Biomed di Chivasso
La forza d’animo e la tenacia sono fondamentali, ma avere accanto qualcuno in questo tipo di gare è un valore aggiunto. Lo sa bene Massimo Scuccato: “Il mio amico Luca Conrado, con cui condivido queste gare, lo stesso Franco Chiesa, la famiglia, Ezio Zattarin, Enzo Brusasca, presidente dell’Asd Quei Bruciati dei Castelli Bruciati che vanta una grande esperienza in competizioni sulle lunghe distanze, Valentino Facci, Mara Viizzo e le persone che ci sono state vicine alla partenza e all’arrivo, fisicamente o con messaggi e telefonate: tutti sono stati importanti per me in quei giorni, la loro spinta si è fatta sentire eccome. Anche l’accoglienza valdostana è stata splendida, con tantissime persone che ti incitano e ti spronano lungo il percorso, come una signora di 80 anni che è uscita da casa sua con l’uva per offrirla ai corridori: non la dimenticherò mai”.
L'abbraccio di famigliari e amici a Massimo Scuccato e Luca Conrado al termine della loro impresa sportiva al TOR330
Senza tutti loro, soprattutto di notte, quando il buio ingigantisce i problemi e le preoccupazioni, sarebbe tutto più difficile. Proprio come nella vita.
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