Finisce in semifinale il sogno americano di Fognini. Al "Miami Open", secondo Atp Masters 1000 del 2017, dotato di un montepremi di 6.993.450 dollari, in corso sui campi in cemento del Tennis Center di Crandon Park, in Florida, il 29enne di Arma di Taggia, numero 40 Atp, ha ceduto per 61 75, in poco più di un’ora e mezza di partita, allo spagnolo Rafael Nadal, numero 7 Atp e quinta testa di serie. Per il maiorchino è la quinta finale a Miami dove insegue ancora il primo titolo. Resta il grandissimo torneo di Fabio, che ha centrato la seconda semifinale in un "1000" in carriera dopo Montecarlo 2013, la prima per un tennista italiano sul cemento: grazie a questo risultato il ligure lunedì rientrerà nei top-30 (sarà numero 28), di nuovo primo azzurro nel ranking. La cronaca. Dal 2015 in avanti quella tra Rafa e Fabio è diventata una bella rivalità, con il 30enne mancino di Manacor che conduce per 7 a 3 nel bilancio dei confronti diretti (dopo essere stato però avanti 4-0). C’è il vento a dare fastidio, più a Fabio forse che non a Rafa. Giusto per mettere in chiaro il discorso Nadal è partito subito forte aggiudicandosi i primi sei punti del match. Nel secondo game Fognini ha però recuperato (da 0-30) ed ha immediatamente pareggiato (1-1). Il maiorchino ha messo a segno un parziale di 12 punti ad uno ed ha allungato sul 4-1. Nel sesto game il ligure, un po’ scarico e forse anche un po’ stanco (continua a massaggiarsi il braccio destro e le gambe non girano come nelle partite precedenti), ha ceduto nuovamente la battuta dopo aver sprecato un vantaggio di 40-0. Lo spagnolo non se lo è fatto ripetere due volte, ha accettato i tanti “regali” dell’azzurro ed ha chiuso il primo parziale per 6-1 in appena 25 minuti. In avvio di seconda frazione Fabio ha annullato con una buona prima una palla-break ed è riuscito a tenere la battuta interrompendo a cinque la striscia di giochi consecutivi vinti dallo spagnolo. Nel terzo gioco Fognini ha annullato quattro palle break (le prime tre consecutive), complice anche qualche errore del maiorchino, ed ha difeso con i denti il turno di servizio. Stesso discorso in un quinto gioco ancora più lungo e combattuto che il ligure ha portato a casa, alla sesta palla utile, grazie a due rovesci uno più bello dell’altro: incrociato in contropiede quello del vantaggio, lungo linea quello che ha chiuso il game. Nel settimo gioco Fabio - il primo tenuto con una cera tranquillità - ha trovato anche il modo di sorridere per un episodio abbastanza curioso: Rafa ha infatti perso una scarpa nel tentativo di scattare per recuperare un drop-shot dell’azzurro. Nel game successivo per la prima volta c’è stata lotta anche sul servizio dello spagnolo, con Fognini arrivato a 30 (prima volta nel match) e poi a 40, ma Nadal ha respinto l’attacco (4-4). Nono gioco da dimenticare per Fabio segnato da una palla corta portata via dal vento e da un doppio fallo che ha consegnato il break a Rafa, che nel game successivo ha archiviato l’incontro. "Durante il riscaldamento mi sentivo bene" - ha spiegato Fabio, partito malissimo nel primo set - "Siamo stati un po' sfortunati perché avevamo il vento contro in tutte e due le parti di campo. Sicuramente ho sbagliato tante palle perché gli ho regalato il primo set. Poi nel secondo ho giocato molto meglio e ho avuto le mie chance, ma alcuni punti sono stati decisivi. Sono rimasto sorpreso da quanto sia riuscito a servire bene, al contrario di quello che ho fatto io. Non lo ha sorpreso invece il risultato di Miami: " So che col tennis che ho posso competere a questi livelli: ovviamente questo è il mio miglior risultato sul cemento, dove mi è sempre piaciuto giocare". Durante la semifinale Fognini ha richiesto l'aiuto del trainer per un problema al braccio destro, e più volte durante il match ha provato a "stirarlo". "E' sa alcune settimane che ho questo fastidio. In questi ultimi giorni ho avuto un dolore al polso che si è poi spostato vicino il gomito. Ed ho avuto anche un problema al tallone sinistro. Ora sono davvero stanco: quando tornerò a casa cercherò di risolvere questi due problemi. Sono contento di come ho giocato in queste due settimane ma ora ho bisogno di recuperare, questa è la priorità: la seconda è Flavia, la terza è la Davis". Una trasferta positiva quella sul cemento a stelle e strisce per Fabio che ha decisamente migliorato l'abbinata Indian Wells-Miami del 2014 quando aveva ottenuto gli ottavi sia in California che in Florida, risultati che gli avevano regalato il best ranking (numero 13). Questa volta il ligure dopo il terzo turno nel deserto californiano ha piazzato l'ingresso in semifinale in Florida. Quest’anno, Davis compresa, il 29enne di Arma di Taggia era arrivato ad Indian Wells con un bilancio decisamente deludente: 5 match vinti ed altrettanti persi, e come miglior risultato stagionale i quarti di finale a San Paolo. Poi improvvisamente in California qualcosa è cambiato: Fabio ha vinto una gran partita al secondo turno contro Tsonga anche se però non è riuscito a ripetersi contro Cuevas nel turno successivo. A Miami, invece, ha messo in fila Harrison, Sousa, Chardy, Young e Nishikori (nono successo contro un top ten in carriera) sfoderando tutto il suo tennis abbinato però - cosa che non gli succede spesso - ad una grande concentrazione. Ed ha bissato il suo miglior risultato in un torneo di questa categoria, ottenuto sul “rosso” di Montecarlo, la superficie che predilige, nel 2013 quando sconfisse Seppi, Ramos-Vinolas, Berdych e Gasquet prima di cedere in semifinale a Djokovic.
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