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Settimo Torinese

Una polemica del cavolo sui cavoli... Bessone vs Bertotto

Riscontro l’arguta critica a firma di Silvio Bertotto, sul contenuto della scheda da me redatta e che la “Voce” ha  pubblicato nello speciale della Fera dij Còj.

in foto, Silvio Bertotto

in foto, Silvio Bertotto

Spett. Redazione di “LA VOCE”, Settimo Torinese

Riscontro l’arguta critica a firma di Silvio Bertotto, sul contenuto della scheda da me redatta e che la “Voce” ha  pubblicato nello speciale della Fera dij Còj. Non mi sono stupito del tono argutamente sarcastico con il quale il Bertotto si esprime nei miei confronti, anche perché non è la prima volta, già in passato sono stato bersaglio delle amenità di questo addottorato storiografo.

Convengo con lui circa lo strafalcione del II° invece che il III° attribuito al Vittorio Amedeo di Savoia (quei Savoja! con il vizio di passarsi i nomi da nonni a nipoti! e di numerarli!), inavvertenza che si può imputare al probabile incalzare di una incipiente demenza senile che affligge i miei 83 carnevali.

Ora rettifico il refuso affermando che l’ordine del Cavolo Cappuccino” è stato istituito  nel 1773 come una delle prime lauree con Medaglia d’Oro al Valor Militare accordata da Vittorio Amedeo II( quello per cui si sarebbero inventati i grissini) re di Sardegna, ai suoi soldati.

È difficile per la mentalità tecnologica oggi corrente concepire l’intestazione di un ordine militare al cavolo, non così era nel XVIII° secolo, quando i Savoia riempivano di cavoli le stive delle loro navi, come rancio garantito contro lo scorbuto, malattia da carenza di vitamine nel cibo; inoltre nei libri contabili dei re sardi risultano molti acquisti di cavoli abbinati a frumento in chicchi,come prodotti meno deperibili e di più facile trasporto rispetto alle  carni e alle altre verdure sia per terra, ma specialmente per mare.

Poi, se può risultare bizzarra e poco regale l’attribuzione “del cavolo cappuccino” ad un ordine, che dire “della giarrettiera” la più illustrata e venerata tra le patacche a livello mondiale!

Quello che stupisce nella dotta replica bertottesca è l’ironia sulla data del 1° Aprile 1815, giorno nel quale Vittorio Emanuele I° ripristina la Medaglia d’Oro al Valor Militare che il 14 Agosto dell’anno medesimo viene definitivamente  rimpiazzata / incastonata nel nuovo Ordine Militare di Savoia, ordine che viene istituito per concedere un’onorificenza a quanti, avendo combattuto nelle armate italiane di Napoleone, avessero ottenuto la Legion d’Onore o l’Ordine della Corona Ferrea (istituito da Napoleone a Milano il 5 Giugno 1806) per meriti militari, conservando il carattere democratico dell’ordine francese, ossia venire conferito a tutti, senza distinzione di grado o di religione.

Per quanto riguarda le mie amenità arteriosclerotiche circa le origini delle fiere settimesi presenti nel XV secolo, per avallarle mi basta citare pedissequamente  la 22^ ordinanza dello Statuto Comunale approvato da Antonio di Lignana  che recita testualmente “...quibus non includentur tempora feriarum rusticalium..”

Quello che mi differisce dall’esimio storico accademico replicante è il  confrontarmi con le “cose di Settimo” con l’interesse amatoriale per cui, ritenuti  scusati soltanto i refusi, a  differenza del rigore dello storico dotto, mi posso        permettere, senza tangere la realtà essenziale delle cose, un’innocente iperbole quale “ l’ortaggio totemico ”, che rompe la monotonia di storiche disquisizioni con il risaltare il contributo culturale del popolo che ha dedicato la fiera di fine raccolti al prodotto orticolo suo più apprezzato: il cavolo.

Per quanto riguarda la datazione della prima edizione a seguito dei decreti reali va precisato che il re Vittorio Emanuele II°:

il 23 Giugno 1853 , da Stupinigi decreta:”Il Comune di Settimo Torinese è autorizzato a trasportare al 25 Maggio d’ogni anno la fiera che con Reale Decreto del 18 marzo 1848 gli venne conceduta (sic) pel giorno 26 dello stesso mese ….. (firme del re e di Cavour)”;

da Torino, il 18 Gennaio 1861, quando è ancora “Re di Sardegna, di Cipro, di Gerusalemme, Duca di Savoia, di Genova. Principe di Piemonte” decreta “ Il Comune di Settimo Torinese è autorizzato a trasportare l’annua fiera accordata con Regio Decreto 17 Dicembre 1854 dal giorno ventiquattro di Agosto al Lunedì successivo all’ultima Domenica dello stesso mese” ; infine il 3 Maggio 1863, da Torino decreta: “ Il Comune di Settimo Torinese del Circondario di Torino è autorizzato a trasportare al terzo Lunedì di Novembre l’annua fiera che suole tenere il giorno 19 di Ottobre”; ecco le fonti che avvalorano le definite fanfaronate!

Checco Zalone

Questo è quanto credo opportuno educatamente ribattere alle dotte disquisizioni di uno storico che così brillantemente cita Checco Zalone, Norberto Bobbio e il conte Ugo Mascetti e che con tanta affabilità esprime i sentimenti del  suo “bene verso “simpatici ultraottantenni che continuano a comportarsi come goliardi, anche se un po’ fuori tempo e fuori luogo”.

Ultra ottantenni goliardi mi sta bene, un po’ fuori tempo e fuori luogo lo mando a chi non attende la vecchiaia per mettersi “fuori tempo e fuori luogo”.

W Seto! W Settimo che ha allestito egregiamente la sua 160 Fera Frèida - 563^ Fera dij Còj, per me : così è.

                                                                     Francesco Pietro Bessone  

Bessone

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