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SOS infermieri e dottori, Canavese in emergenza: i giovani medici non vogliono lavorare al 118!

Carenza di personale e pochi incentivi: allarme sul sistema di emergenza piemontese. Senza nuovi medici e infermieri, il futuro del 118 è in bilico

SOS infermieri e dottori

SOS infermieri e dottori, Canavese in emergenza: i giovani medici non vogliono lavorare al 118!

Mancano infermieri e medici per il servizio di emergenza: è l’allarme lanciato dal dottor Gianluca Ghiselli di Azienda Zero durante l’incontro a Caluso con 40 amministratori del Canavese. Le carenze nel personale sanitario e l’incapacità di attrarre giovani professionisti minacciano la tenuta del sistema di emergenza del Piemonte. Ghiselli e i vertici dell'ASL/To4, il direttore sanitario Alessandro Girardi, il direttore generale Stefano Scarpetta e la direttrice sanitaria Ornella Vota, hanno illustrato ai sindaci del distretto sanitario di Ivrea, riuniti su iniziativa della sindaca di Caluso Maria Rosa Cena, le problematiche che stanno mettendo a rischio il sistema di pronto intervento.

Il sistema di emergenza piemontese è gestito da 80 ambulanze e quattro basi per elicotteri (una operativa anche di notte), coprendo una media di 220.000 interventi annui. Tuttavia, Ghiselli ha evidenziato una realtà allarmante: ben il 70% degli interventi è affidato a equipaggi volontari, mentre solo il 27% è gestito da ambulanze medicalizzate e il 3% dagli elicotteri. Nel distretto di Ivrea, con sole quattro ambulanze attive, si riesce a rispondere a gran parte delle chiamate, ma l’equilibrio è precario, reso fragile da una cronica carenza di personale.

Cause della carenza: reclutamento in stallo e rischi crescenti

La causa principale? La difficoltà di reclutare nuovi medici e infermieri di emergenza. “Negli ultimi anni – ha spiegato Ghiselli si sono verificati più pensionamenti che nuove assunzioni.” Inoltre, il personale sanitario giovane tende a preferire specializzazioni che offrano retribuzioni più alte e minor rischio clinico rispetto all’urgenza medica, spesso caratterizzata da turni estenuanti e da esposizione a episodi di violenza.

Le difficoltà nel formare nuovi professionisti di urgenza e l’attrattività limitata di questa specializzazione stanno impoverendo un settore cruciale della sanità regionale. “Anche l’aspetto economico non è trascurabile – ha aggiunto Ghiselli – poiché altre specializzazioni sono retribuite meglio e più ricercate”.

Carenza di medici in Canavese

Questa problematica non è limitata al distretto di Ivrea. Anche in altre zone del Canavese, numerosi comuni si trovano a fronteggiare situazioni simili, con servizi di emergenza sovraccarichi e personale ridotto al minimo. A Borgofranco, per esempio, il servizio di emergenza è stato costretto a ridurre i turni notturni a causa della mancanza di personale, mettendo a rischio la copertura di eventi gravi. A Rivarolo, l’ASL ha dovuto fare affidamento su volontari e stagisti per coprire alcune turnazioni, sollevando preoccupazioni sulla qualità del servizio.

Il sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore, ha suggerito di valutare le strategie adottate da altre regioni per attirare giovani professionisti: “Oltre alla retribuzione, dobbiamo pensare a servizi e agevolazioni”. Un’idea che molti amministratori presenti hanno appoggiato, riconoscendo la necessità di rendere il lavoro in emergenza non solo più remunerativo, ma anche più sicuro e attraente per i giovani.

Eccellenze e innovazioni: una luce nel buio della crisi

Nonostante le difficoltà, il Piemonte si distingue per alcune eccellenze nel campo della medicina di urgenza. La regione è infatti l’unica in Italia a offrire un numero unico di emergenza per persone non udenti, in grado di gestire chiamate e videochiamate nella lingua dei segni. Inoltre, una convenzione permette di ricevere chiamate satellitari anche in aree senza segnale telefonico, assicurando la copertura di intervento in zone remote o montuose.

La riunione di Caluso ha evidenziato un quadro allarmante che rischia di compromettere seriamente la funzionalità del sistema 118. Senza interventi mirati per incentivare la professione medica in urgenza, il Piemonte potrebbe presto trovarsi in una situazione di emergenza nella gestione delle emergenze stesse.

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