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30 Settembre 2014 - 13:03
Imprese
La crisi continua a colpire imprese e lavoratori delle costruzioni. In un solo anno, dal giugno 2013 allo stesso mese del 2014, il comparto edile ha perso a Torino 224 imprese, ma, se si allarga l'analisi a tutta la provincia, la flessione è di 630 imprese. Lo rileva il rapporto di Confartigianato sul settore, secondo cui "le imprese si preparano ad affrontare - dichiara il presidente di Confartigianato Torino, Dino De Santis - un autunno peggiore a quello dello scorso anno".
"La crisi mantiene bloccato il mercato immobiliare - aggiunge De Santis - e i nostri imprenditori sono stretti in una morsa fatta di scarso credito bancario con tassi in aumento e da tempi di pagamento sempre più lunghi. Del resto l'imposizione fiscale sulla casa è aumentata del 200%. Bisogna puntare con decisione su misure che incentivino la ristrutturazione e la manutenzione del patrimonio immobiliare pubblico e privato. E' l'unica strada per evitare la chiusura delle imprese e la perdita di numerosi posti di lavoro".
Il rapporto di Confartigianato mette in evidenza che, sul totale dei prestiti alle famiglie per acquisto di abitazione, l'80,7% si concentra nel Centro-Nord e il restante 19,3% nel Mezzogiorno. Tra le regioni che utilizzano il maggior volume di mutui è in testa la Lombardia, con il 24,5% del totale, seguita da Lazio (12,9%), Emilia Romagna e Veneto (entrambe 9,1%), Piemonte (7,8%), mentre Torino registra -1,8 A pesare sulla crisi del mercato immobiliare vi è anche la tassazione che tra il 2011 e il 2013, nel passaggio da Ici a Imu, è aumentata del 107,2%. E con l'introduzione della Tasi, (la nuova tassa sui servizi indivisibili) le cose potrebbero peggiorare. L'applicazione del nuovo tributo ad aliquota base farebbe crescere il prelievo fiscale del 12%, mentre se venisse applicata l'aliquota del 2,5 per mille la tassazione sull'abitazione principale aumenterebbe addirittura del 60% rispetto al 2013.
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