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30 Settembre 2014 - 11:23
Bellavista Caltagirone
"Non merito di essere presentato come un pirata, un palazzinaro di borgata, un truffatore. Non è giusto". Così, oggi a Torino, è terminata l'ultima dichiarazione spontanea del costruttore Francesco Caltagirone Bellavista al processo per lo scandalo del porto di Imperia.
L'imprenditore, per il quale sono stati chiesti 8 anni di carcere, oltre a respingere le accuse ha affermato di non riconoscersi nel ritratto dipinto dal pm Giancarlo Avenati Bassi nella requisitoria.
"Ho cominciato a lavorare a vent'anni - ha ricordato Caltagirone, che nel 2011 venne anche arrestato - e a 23 mi ero già messo in proprio. A 76 anni, dopo più di un cinquantennio di attività professionale, sono incensurato. Il processo è stato condotto in maniera impeccabile dal tribunale. Si è discusso di fatti. E ora si deve stabilire se i fatti di reato ci sono o non ci sono. Che bisogno c'è di dare un'immagine così negativa di me? Non è normale. Non è corretto". L'imprenditore ha negato che la sua volontà era di lasciare incompiuto il porto di Imperia per guadagnare soldi. "Avevamo chiesto un finanziamento per finire le opere a terra. Avevamo fatto i ricorsi al Tar contro la decadenza della concessione.
Avevamo tentato la ristrutturazione del debito. Poi però io e altri siamo stati arrestati. E l'azienda è stata decapitata".
"Il carcere - ha ancora detto Caltagirone - è sofferenza. Ma non potersi difendere mentre altri distruggono tutto è una sofferenza ancora maggiore".
"Fui chiamato dal sindaco, che era un ex uomo di Scajola, per un appuntamento e dopo pochissimo, forse un minuto e mezzo, venni arrestato...". Così il costruttore romano Francesco Caltagirone Bellavista, in una dichiarazione spontanea resa in tribunale a Torino, ha ricordato il giorno del 2012 (e non 2011 come scritto in precedenza) in cui venne fermato a Imperia nell'inchiesta sulla costruzione del porto.
"Per chi come me - ha anche detto - ha passato nove mesi in regime di custodia ci si aspetta che le accuse siano limpide e sicure. Ma allora perché il pm di Torino, al processo in corso, ha dovuto cambiare quelle che erano state mosse in un primo tempo dai magistrati di Imperia? Vuol dire che venni arrestato per accuse che non stavano in piedi. E questo non fa bene. Fa male".
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