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TORINO. Dopo la condanna Caterina Ferrero si sfoga (2) "Polpette avvelenate"

TORINO. Dopo la condanna Caterina Ferrero si sfoga (2) "Polpette avvelenate"

Caterina Ferrero

(SEGUE) "Sottolineo prima fase processuale perché sui pannoloni, pur rispettando la sentenza che con le pene inflitte ha comunque fortemente ridimensionato il caso , sono  determinata a presentare ricorso in appello, certa dell’assoluta legittimità del mio operato  anche in quella vicenda. Ma già oggi si può trarre una  conclusione ben precisa sul mio conto: Il teorema che aveva sostanziato le accuse è stato smentito dalla sentenza di primo grado, ovverosia non  ci hanno  creduto nemmeno i giudici giudicanti. Però a questo esito non si è certamente arrivati  senza “pesanti danni collaterali” a me stessa, alla Regione Piemonte, in particolare ai cittadini del chivassese ed in genere alla credibilità della politica. Perché nel frattempo io sono stata estromessa dall’assessorato ed ho dovuto autosospendermi dalla politica, la Regione Piemonte ha portato avanti una politica sanitaria tanto folle quanto, alla prova dei fatti,  pericolosa ed inconcludente, Chivasso ed il suo territorio sono stati doppiamente penalizzati perché privati del servizio di emodinamica. Nei fatti eliminando la sottoscritta si è aperto il campo a quegli interessi che chiunque dotato di onestà intellettuale non può non facilmente identificare nel dispiegamento delle politiche sanitarie dal 2011 al 12 maggio 2014, e la data del 12 maggio 2014 è scelta per niente casualmente e del tutto volontariamente. Dunque sono sempre più convinta che ci sia stato un preciso nesso di causalità tra ciò che è avvenuto e ciò che alcuni avevano in animo avvenisse. Se infatti c’è una cosa che il processo ha dimostrato è per l’appunto che il presunto scandalo sanità è stato costruito, implementato e servito come una polpetta avvelenata alla magistratura inquirente. Tanto è vero che anche l’individuazione dei reati supposti a mio carico è proceduta come un work in progress, articolandosi su ipotesi che via via venivano smentite dall’evolversi delle stesse indagini. Ricordo solo che si è partiti con la vicenda “Bertone” (che peraltro ho scoperto aver ottenuto dopo il mio defenestramento un incarico di consulenza lautamente retribuito, oltre 100 mila euro annui) tramontata ancora prima del rinvio a giudizio, si è continuato con la “Distribuzione per conto dei farmaci” archiviata già in fase di indagine, e si è infine arrivati ai pannolini e alla emodinamica il cui esito è oggi chiarito. Il tutto attraverso imbeccate di fonti confidenziali  obiettivamente disinformate ed in malafede e di deposizioni e testimonianze di funzionari dell’assessorato (che casualmente erano soggettivamente molto interessati all’evolversi dell’organigramma dello stesso) i quali peraltro, e con l’occasione lo annuncio ufficialmente, ora saranno chiamati a rispondere di ciò che hanno ritenuto di verbalizzare. Deposizioni, e di nuovo il processo lo ha dimostrato, avvenute con l’autorevole ombrello politico dell’allora Presidente Roberto Cota. Dal processo è scaturito senza tema di smentite che Cota voleva eliminarmi dall’assessorato fin dal giorno del mio insediamento e che, al di là delle fumisterie su malaffari e consorterie null’altro gli importava. Nemmeno la presenza di Gambarino era il suo problema, basta riverificare la telefonata sull’argomento intercorsa con il suo braccio destro Dott. Cortese. E poi c’è l’assessore che ha preso il mio posto, il profeta della nuova sanità, l’ingegnere delle federazioni, degli appalti centralizzati. Il suo ruolo in quei mesi sarebbe lampante per chiunque volesse accostarsi alla documentazione processuale scevro di preconcetti. Tutto ciò configurerebbe lo snodarsi di una vicenda che ha creato gravissimo pregiudizio alla sottoscritta. Ma se il tutto si riducesse a quello…….. sarebbe un problema per me ma appunto confinato in una sfera limitata.  Il punto è invece che questa vicenda, attraverso la manovra costruita per eliminarmi ha, come dicevo, creato pesantissimi danni collaterali. La riforma che i piemontesi avevano scelto votando per il centrodestra nel 2010 non ha potuto vedere la luce. Al suo posto è spuntato un improbabile obrobrio che non ha retto alla prova dei fatti e che non ha apportato alcun miglioramento strutturale alla sanità piemontese. Al contrario si è esposto l’interesse pubblico ad ogni sorta di scorrerie i cui esiti stanno cominciando a venire a galla. Peraltro un’incongrua politica di tagli senza criterio ha pesantemente danneggiato il servizio sanitario offerto ai cittadini piemontesi. Da ultimo ma non per ultimo, l’aver così cinicamente utilizzato la leva giudiziaria per assecondare manovre politiche ha creato un vulnus che ha pesato, pesa, e chissà per quanto tempo peserà nella stessa credibilità della politica. E poi c’è il tema davvero inquietante delle emodinamiche e di Chivasso. Dopo il mio defenestramento, sono state aperte e mantenute emodinamiche ovunque in Piemonte, sfruttando da parte dei vertici amministrativi e politici della regione pareri tecnici in continua contraddizione gli uni con gli altri.  Ma lo scandalo era Chivasso! Oggi anche su questo tema posso concludere che dell’emodinamica di Chivasso da parte di chi ha gridato allo scandalo non è mai interessato nulla. E’ stato l’ennesimo pretesto per delegittimare il mio operato e favorire interessi di altri territori."
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