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TORINO. Morta dopo Ru486. Gli amici: "Non strumentalizzare fatalità"

TORINO. Morta dopo Ru486. Gli amici: "Non strumentalizzare fatalità"
"Chiediamo rispetto per la nostra compagna, per noi e per la sua famiglia. Non possiamo stare zitti mentre gli avvoltoi non perdono l'occasione di fare campagna antiabortista". Lo dicono gli amici della donna di 37 anni morta a Torino, dopo essersi sottoposta ad una interruzione di gravidanza volontaria con la Ru486, e con la quale frequentavano lo stesso centro sociale. "E' una tragica fatalità - continuano - perché noi, come lei, siamo per l'aborto libero, gratuito e sicuro e non si dovrebbe morire così giovani per un'interruzione volontaria di gravidanza tra le mura di un'ospedale. In questo momento - concludono - vorremmo stare in silenzio per elaborare la tragedia, per non parlare prima di sapere che cosa è successo. Anche lei, come noi, lo avrebbe voluto. E sappiamo che non avrebbe mai desiderato essere lo strumento di altri". La procura di Torino, a cui si sono rivolti i sanitari dell'ospedale Martini in cui è avvenuto il decesso, ha aperto un fascicolo di atti relativi, senza ipotesi di reato e senza indagati. Solo l'autopsia, in programma lunedì, stabilirà se vi è un nesso tra il decesso e l'assunzione della Ru486.
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