L'ex assessore regionale alla Sanità Caterina Ferrero, sotto processo per turbativa d'asta, attacca la Regione Piemonte e Roberto Cota presentando un esposto alla Corte dei Conti. "Gli atti del processo a mio carico - ha detto Ferrero ai giornalisti oggi illustrando l'esposto - dimostrano che le mie scelte avrebbero portato dei risparmi per la Regione. Ma c'è stata una macchinazione ai miei danni ordita da Cota per sostituirmi con Paolo Monferino. Anche questo è stato evidenziato dal processo, che si avvia in questi giorni alla conclusione della parte dibattimentale. Le mie scelte furono bloccate, decisione dalla quale è scaturito un danno per la Regione Piemonte quantificabile in almeno quattro milioni di euro di minori introiti". "Che Cota abbia fatto di tutto per farmi fuori dalla Giunta - ha aggiunto - è cosa nota. Però io mi sono dimessa appena ho ricevuto l'avviso di garanzia, lui invece è rimasto in carica anche dopo le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che annullavano le regionali 2010, e dopo la richiesta di rinvio a giudizio per l'inchiesta sui rimborsi illegittimi". Le vicende dell'esposto riguardano la distribuzione dei farmaci ospedalieri e i pannoloni, oggetto di un accordo con Federfarma. Ferrero sostiene che "l'accordo preliminare siglato nel 2010 con le farmacie per la distribuzione dei farmaci ospedalieri avrebbe fatto risparmiare oltre tre milioni l'anno". Ma "Cota dispose il ritiro della delibera per approfondimenti e la trattativa fu poi affidata a Monferino, in quel momento nominato direttore dell'assessorato". Con il risultato che "i vertici amministrativi dell'assessorato non perseguono la convenienza economica ma si muovono con lo scopo esclusivo di non riconoscere il lavoro dell'assessore". Sul fronte pannoloni, Ferrero aveva proposto un accordo tra Regione e Federfarma per garantire un solo canale di distribuzione, con un risparmio previsto di 2,8 milioni. Anche questa trattativa "si arenò in seguito di una precisa disposizione dei vertici amministrativi dell'assessorato, che ritenevano non fosse possibile l'affidamento diretto a Federfarma". "Non fu la sottoscritta - scrive Ferrero nell'esposto - a proporre trattamenti di favore per Federfarma, ma al contrario fu la trattativa parallela condotta da Cota-Monferino-Conerno quella che creò le condizioni più vantaggiose per Federfarma. Farmi fuori - conclude - è costato alcuni milioni, ovviamente pagati dai cittadini contribuenti piemontesi".
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