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20 Novembre 2019 - 18:45
Con una serie di proscioglimenti e una assoluzione è terminato oggi a Torino un processo per un presunto caso di maltrattamento di animali all'ex Mattatoio civico. I fatti risalgono al 2013 e 2014 e, dopo una modifica del capo d'accusa operata dalla procura, sono caduti in prescrizione. Gli imputati erano cinque. Per due di loro, Andrea e Roberto Chiabotto, di una famiglia titolare di un'azienda agricola a Castelnuovo Scrivia (Cuneo), è stato operato uno stralcio per le imputazioni relative ai rapporti con una veterinaria addetta ai controlli sugli animali: entrambi, dopo avere versato in totale quattromila euro di risarcimento alla donna, hanno chiesto la messa alla prova. In occasione della sentenza davanti a Palazzo di giustizia si è radunato un presidio di animalisti, alcuni dei quali hanno seguito l'udienza in aula.
Non sono emersi casi di maltrattamento di animali nel processo, terminato oggi in tribunale a Torino con diversi proscioglimenti e un'assoluzione, che riguardava l'ex mattatoio civico. E' quanto sottolinea l'avvocato Alberto Borbon, difensore di alcuni imputati. "In seguito alle testimonianze rese dai veterinari - spiega - l'originaria imputazione di maltrattamento di animali è stata modificata dalla procura nella più blanda contravvenzione di 'abbandono di animali'. Pertanto tutti i relativi capi di imputazione sono stati dichiarati estinti per intervenuta prescrizione nei confronti di tutti gli imputati: questo è stato possibile solo ed esclusivamente a fronte dell'assenza di maltrattamenti". Quanto allo stralcio per le posizioni di Roberto e Andrea Chiabotto, si riferisce alle "presunte offese da loro sempre negate" che sarebbero state rivolte a una veterinaria addetta ai controlli. "Senza nulla riconoscere in merito alla fondatezza della contestazione - sottolinea Borbon - i Chiabotto hanno deciso di definire il procedimento mediante la messa alla prova, istituto al quale entrambi hanno potuto accedere anche per l'avvenuta revoca della costituzione di parte civile da parte della veterinaria che ha accettato di ricevere la somma di quattromila euro". L'imputato Antonio Giordano, allevatore, rispondeva di un reato di falso nella compilazione di un documento ma è stato assolto con formula piena.
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