La guerra dei dazi sulle auto, scatenata dalla politica protezionista del presidente americano Donald Trump, assume toni sempre più accesi, mentre in Italia le immatricolazioni registrano un pesante calo del 7,25% a giugno, a causa della forte flessione delle vendite di Fca (-19,3%) e delle vetture diesel (-17%). La Commissione Europea avverte gli Stati Uniti: i dazi del 25% minacciati sulle auto europee, scrive in un documento inviato al Dipartimento del Commercio americano, danneggeranno "il commercio, la crescita e l'occupazione negli Usa, con un impatto negativo di 13-14 miliardi di dollari sul Pil Usa" e "i legami con gli alleati". I produttori auto Ue "contribuiscono in modo significativo al welfare e all'occupazione Usa, con 120 mila posti di lavoro diretti negli impianti manifatturieri e altri 420 mila con i fornitori". La risposta è allo studio. Il Finacial Times parla di "una rappresaglia commerciale del volume di circa 300 miliardi di dollari" che l'Europa farebbe scattare se gli Usa vareranno i dazi. "La speranza é che l'improvvida stagione di minaccia dei dazi non abbia un eccessivo sviluppo e non crei difficoltà", commenta il presidente della Repubblica, Sergio Matterella. "Questo settore dimostra come i nostri produttori abbiano la capacità di superare la competizione, di vincerla e di prevalere. Ogni economia di ogni Paese ha sempre da guadagnare dai mercati aperti. Questo vale particolarmente per il nostro Paese". La missione dell' 'ultima chance' è prevista alla fine di luglio, quando il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e la commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem saranno a Washington. In questo scenario tumultuoso, il mercato italiano dà segnali di sofferenza: a giugno sono state vendute 174.702 auto che portano il totale del semestre a 1.120.829 auto, l'1,45% in meno dell'analogo periodo dell'anno scorso. Le immatricolazioni di Fca sono state 43.343 nel mese con la quota che scende dal 28,52 al 24,81% e 302.847 nel periodo (-9,07%) e la quota al 27,02% a fronte del 29,29%. "Sui risultati - spiega il Centro Studi Promotor - pesa la decisione del Gruppo Fca di dare precedenza alle vendite ai clienti privati piuttosto che a quelle sugli altri canali che sono decisamente meno remunerativi. Al netto dei dati del Gruppo Fca, il mercato italiano nel primo semestre è in lieve crescita (+1,71%)". Per il presidente Gian Primo Quagliano, "il raggiungimento del livello delle immatricolazioni del periodo ante-crisi è ancora lontano, ma il mercato auto italiano dovrebbe entrare in una nuova fase di recupero già nel 2019". L'Anfia invece imputa la causa dell'andamento negativo del mercato "al pesante calo delle auto diesel, che a giugno subiscono il maggior calo mensile da dicembre 2017 (mese che ha registrato la prima flessione delle vendite di auto diesel), mentre nei primi 6 mesi il calo è del 6%. Il mercato, senza le auto diesel cresce del 6% a giugno 2018 e del 5% nel primo semestre". L'Unrae sostiene che il rallentamento "è figlio anche del clima di incertezza che si sta determinando sulla clientela potenziale, alimentato dalle evitabili anticipazioni sulle decisioni che verranno prese in futuro sulla mobilità".
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