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SALUGGIA. «La Variante al Prg si vota in blocco»

SALUGGIA. «La Variante al Prg si vota in blocco»

SALUGGIA. All’ordine del giorno del Consiglio comunale del 16 aprile scorso c’era, tra gli altri punti, l’adozione di una Variante parziale al Piano Regolatore.

Documenti consegnati tardi

Prima dell’inizio della discussione il consigliere Emanuele Pedrazzini, capogruppo di “Un’altra Saluggia è possibile”, ha chiesto che l’esame della Variante fosse rinviata di due settimane, alla seduta del 30 aprile: «l’approvazione di questa delibera - ha detto - richiede un maggior approfondimento anche con gli uffici comunali, in quanto avendo ricevuto i documenti alle 12.30 di venerdì 13 gli uffici erano ormai chiusi, non consentendoci così di analizzare in modo approfondito tutta la documentazione». Una brutta abitudine, quella di consegnare i documenti nell’ultimo giorno utile e quando i funzionari non sono già più negli uffici, che l’Amministrazione Barberis pratica da anni.

Il vicesindaco Libero Farinelli ha immediatamente replicato facendo presente «la non necessità di quanto richiesto».

Essendo la Variante piuttosto complessa e articolata su varie zone del paese, Pedrazzini ha allora chiesto la “votazione frazionata” su ogni singolo intervento previsto dalla Variante, con votazione finale generale riepilogativa. A rispondergli stavolta è stata la responsabile del servizio tecnico urbanistico, Linda Marin, secondo cui «non è previsto il voto disgiunto».

Pedrazzini, sempre a nome del suo gruppo, ha allora chiesto che i vari punti dell’argomento fossero discussi ad uno ad uno: ma sia il sindaco Firmino Barberis che il suo vice Farinelli si sono detti contrari.

A questo punto è stata data la parola all’architetto Tullio Toselli, il professionista incaricato di predisporre la Variante, che l’ha illustrata. Sono seguite alcune domande dei consiglieri di minoranza, a cui hanno risposto il sindaco, l’assessore, la Marin e Toselli.

I membri di “Un’altra Saluggia è possibile” hanno allora proposto un emendamento, che è stato respinto con 9 voti contrari e 4 favorevoli.

«A questo avremmo detto sì»

I consiglieri di minoranza hanno spiegato: «Riteniamo illegittimo non aver dato la possibilità al Consiglio comunale di esprimersi singolarmente su ognuno degli interventi proposti in Variante, con la votazione separata e frazionata. Su alcuni di essi il nostro gruppo avrebbe potuto esprimere parere favorevole, mentre su altri magari ci saremmo potuti astenere, visto che non erano ben chiari nel testo presentato e che non abbiamo avuto modo di discuterne con l’Ufficio Urbanistica per il tempo ridotto concesso dopo la pubblicazione degli atti».

La minoranza era favorevole, per esempio, ai punti riguardanti le villette della “Don Dattrino”, l’area dietro il supermercato Borello, la cessazione di attività agricole nel centro abitato, la riclassificazione di tratti della viabilità secondaria, la classificazione del viale che porta alle scuole e la ridefinizione delle aree di salvaguardia dei pozzi dell’Acquedotto del Monferrato. Contraria, invece, alla trasformazione da residenziale a polifunzionale dello Strumento Urbanistico Esecutivo di via Gametto, perché con questa Variante «d’ora in poi ai proprietari di quell’area sarà consentito realizzare molte più cose di quanto permesso nelle altre aree polifunzionali individuate nel Piano. Oltretutto nella scorsa legislatura la strada di collegamento tra via Fiandesio e via Gametto è stata realizzata in modo difforme rispetto al tracciato individuato dal Piano Regolatore; la strada è infatti spostata molto più ad ovest, il che consente di lasciare una porzione di terreno in più ai proprietari dell’area, con conseguente perdita da parte del Comune della piccola area verde che era prevista nel Piano e che, una volta realizzata, avrebbe potuto rendere più bella e gradevole quella zona».

Parenti e affini

Prima della votazione conclusiva Pedrazzini a nome del suo gruppo ha dichiarato: «Riteniamo illegittima la votazione del presente atto, dal momento che ai sensi dell’art. 78 del Testo Unico degli Enti Locali afferma che “il Consigliere comunale, relativamente agli atti a carattere generale quali gli strumenti urbanistici, è tenuto ad astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione nei casi specifici in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi suoi o di parenti o affini fino al 4° grado”. Pertanto il consigliere Luca Albus non avrebbe dovuto prendere parte alla discussione della delibera, che prevede la variazione della destinazione d’uso di un fabbricato posto all’incrocio tra via Gametto e via Fiandesio che risulta essere stato recentemente acquisito dalla famiglia dello stesso consigliere».

A quel punto Albus è uscito dall’aula e il sindaco ha fatto votare la Variante: 8 voti favorevoli (la maggioranza senza Albus) e 4 contrari (Pedrazzini, Formica, Pozzi e Stramaccioni).

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