Il primo sì a Chiara Appendino arriva dal Consiglio Metropolitano di Torino, che raccoglie in un solo documento due mozioni (M5S da una parte e centrodestra più centrosinistra dall'altra) e lo approva all'unanimità. "Adesso andremo avanti", dice la sindaca, che ha tempo fino al 31 marzo per mandare la lettera con la manifestazione di interesse della Città. E il sì del Consiglio Metropolitano riguarda la manifestazione d'interesse, non la candidatura, precisa Appendino. Il progetto di riportare le Olimpiadi a Torino nel 2026 continua a creare discussioni e malumori fra i pentastellati. Tutto questo mentre da Milano, dopo il gran rifiuto del presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, il sindaco Giuseppe Sala si smarca: "Noi non ci facciamo avanti. Se il Coni ritenesse la nostra una buona candidatura, potremmo guardare alla cosa con interesse. Ma al momento la situazione è troppo confusa e non vogliamo entrare in una guerra di proclami". Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, però, fa sapere di "essere favorevole a un eventuale coinvolgimento di Milano e della Lombardia". Beppe Grillo ha provato a ricucire con una lettera a Viviana Ferrero, uno dei quattro consiglieri comunali M5S di Torino che lunedì scorso hanno fatto saltare il numero legale in Sala Rossa: "Capisco i vostri dubbi, è giusta la preoccupazione di alcuni", ma "dobbiamo dimostrare la possibilità di fare le cose a modo nostro". Il "modo" è quello che in Consiglio metropolitano è stato messo nero su bianco dai pentastellati nella loro mozione originaria: zero debiti, controlli sugli appalti, riutilizzo dei villaggi olimpici per edilizia residenziale e universitaria, progetti per sostenere i territori "con ricadute strutturali, infrastrutturali e occupazionali a lungo termine". La sindaca Appendino, che dopo l'appoggio di Beppe Grillo incassa l'ok del Consiglio, si muove con cautela, precisando che una manifestazione di interesse non è ancora una candidatura vera e propria. "A oggi - spiega - nessuno è in grado di dire se esistono le condizioni per fare le Olimpiadi. Dobbiamo capire se esistono, se i Giochi sono davvero un'opportunità, e se possiamo proporli in un modo diverso dal passato. Andremo avanti e ci confronteremo. La vera sfida parte da domani". I dubbi restano. Davide Bono, consigliere regionale, grillino di lungo corso, si chiede per esempio se "con tutti i casini che abbiamo trovato a Torino e che vediamo in Regione e nello Stato, proprio in un'altra Olimpiade dobbiamo andare ad infilarci come un Pd qualunque?". Fuori dal palazzo del Consiglio metropolitano si è radunato un presidio di comitati contrari ai Giochi a cinque cerchi: Comitato Acqua Pubblica, Assemblea 21, Attac e anche i No Tav.
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