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21 Novembre 2017 - 21:33
Fuori dal palazzo comunale, i due avvisi di garanzia recapitati al sindaco Anna Rigazio e al suo assessore Gianni Castelli, non sono passati inosservati.
Diego Marchetti, di Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale e Michele Campanella di Gioventù Nazionale hanno già chiesto le loro dimissioni.
“Sono anni che si parla della situazione di palazzo Carpeneto - dichiara Marchetti -. Sia durante l’amministrazione dell’ex sindaco Giovanni Corgnati che in questa hanno parlato di restauri e di abbattimenti”.
Restauri ed abbattimenti che si sono susseguiti uno dietro l’altro nel corso degli anni e che non sono mai stati concretizzati. Lo testimoniano la sfilza di delibere approvate dalla Giunta e le dichiarazioni lasciate ai diversi giornali.
Lo testimonia, ad esempio, una delibera del luglio del 2010, con un progetto preliminare di ristrutturazione redatto dall’architetto Nausicaa Siciliano nato con lo scopo di portare qui la “nuova sede degli uffici e dei servizi comunali” per la modica cifra di 2 milioni di euro. Non fu mai realizzato in quanto l’amministrazione comunale di allora “licenziò” l’architetto per “grave inadempimento” del progetto definitivo.
Si cambia rotta nel 2013, quando l’ex sindaco Corgnati sostiene che l’edificio non sarebbe mai ristrutturato a causa dei vincoli che il patto di stabilità impone. Aveva anche inviato, per l’occasione, una mozione alla Giunta Regionale, al prefetto ed alla Soprintendenza dei beni in cui chiedeva il permesso per buttarlo giù. La risposta, un secco “no”.
Cambia l’amministrazione e il dibattito su cosa fare di palazzo Carpeneto continua. Nel dicembre 2015, il neo sindaco Anna Rigazio decide di far ricorso direttamente al capo dello Stato. chiededo addirittura di togliere il vincolo imposto dalla Soprintendenza dei beni. Ma non ha mai ricevuto una risposta.
Solo qualche giorno dopo, nel gennaio 2016 viene approvato un nuovo progetto di ristrutturazione, questa volta della cifra di 121. 555 euro.
Comprende anche la realizzazione di un passaggio pedonale in metallo sotto le arcate del palazzo, come collegamento tra piazza Martiri della Libertà e piazza Fulvio Pagliaro. Si tratta dell’unica cosa realizzata in tutti questi anni.
Si è arrivati poi ad oggi con il cedimento del tetto e la necessità di mettere in sicurezza l’area.
“Si tratta della logica conseguenza del passare di anni dove l’incuria ha favorito il degrado - è il commento di Michele Campanella - e dove risorse per decine di migliaia di euro sono stati spesi in progetti inattuabili che mai vedranno la loro realizzazione (sede del nuovo palazzo comunale e della polizia municipale per citare un esempio), e le decine di migliaia di euro spese per rendere agibile il sottopasso pedonale non più di un anno fa oggi tristemente chiuso”.
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