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TORINO. Trapianti: Ajani, qualità grazie a impegno in ricerca

TORINO. Trapianti: Ajani, qualità grazie a impegno in ricerca

Gianmaria Ajani

"La quantità è certamente rilevante, e tagliare il traguardo dei tremila trapianti di fegato ha un suo significato simbolico, ma l'aspetto più importante è qualità, che si raggiunge e mantiene solo con un sostegno continuo alla ricerca". Così il rettore dell'Università di Torino, Gianmaria Ajani, in occasione del trapianto di fegato numero tremila all'ospedale universitario Molinette di Torino. "Prima e dopo il trapianto - rimarca Ajani - c'è tutto un lavoro di ricerca che è fondamentale. I genetisti, coloro che operano nella biomedicina, osservano le condizioni e le studiano insieme al chirurgo. La riuscita dell'intervento sta indubbiamente nelle capacità chirurgo, ma anche nella ricerca continua, soprattutto per lavorare bene sulla fase post-trapianto, che è quella critica". "E' necessario - spiega - rendere l'organismo in grado di ricevere l'organo riducendo il rischio del rigetto. Una volta questo si faceva con i farmaci, ora lo si fa con lo studio sul profilo genetico del ricevente".
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