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TORINO. Appendino indagata, atto dovuto dopo denunce

 L'iscrizione nel registro degli indagati della Appendino è conseguenza delle denunce pervenute in questi giorni da alcune delle 1.526 persone rimaste ferite nella calca dei tifosi della Juventus che stavano assistendo alla finale di Champions League dal maxi schermo allestito nel in piazza San Carlo. Alcune contengono la richiesta di avviare indagini proprio per accertare le eventuali responsabilità del sindaco, del questore e del prefetto e dei responsabili di Turismo Torino, la partecipata del Comune che ha organizzato l'evento di piazza San Carlo. Lo stesso iter riguardava anche la figura dell'ente, Maurizio Montagnese. In questo momento, i fatti di piazza San Carlo sono trattati, dal punto di vista procedurale, in fascicoli differenti. Quello principale, dove la Digos sta cercando di ricostruire gli eventi della serata e insieme ai magistrati sta cercando di individuare eventuali responsabilità nell'organizzazione e nella gestione, non è ancora ultimato. La presenza di numerose denunce ha portato all'apertura di fascicoli che per il momento restano formalmente separati. Questa situazione ha una conseguenza: se gli inquirenti decidono di interrogare un soggetto come "persona informata sui fatti" che rientra fra quelli denunciati, devono farlo alla presenza di un avvocato perché, in base al codice, si tratta di un "teste assistito". In ogni caso è probabile che i vari fascicoli vengano riuniti.
L'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco di Torino, Chiara Appendino, è avvenuta a seguito di specifico esposto presentato dal Codacons in Procura. Lo sostiene l'associazione dei consumatori. "Subito dopo i fatti di Piazza San Carlo e le tante falle sul versante sicurezza emerse in merito all'incidente del 3 giugno, abbiamo presentato un esposto alla Procura di Torino, integrato a seguito del decesso di Erika Pioletti. Nella denuncia - spiega il Codacons - chiedevamo alla magistratura torinese di accertare le eventuali responsabilità di Sindaco, Comune, Prefettura, Questura e altri soggetti pubblici o privati, alla luce del possibile concorso in omicidio con dolo eventuale. Questo perché la mancanza di adeguate misure a tutela dell'incolumità e della salute dei cittadini che lo scorso 3 giugno si erano riuniti in Piazza San Carlo in occasione della finale di Champions League - sostiene l'associazione - ha di fatto contribuito a determinare la tragedia".
Nel suo esposto il Codacons sostiene che "le tante carenze sul fronte della sicurezza in piazza San Carlo, dalle vie di fuga alla vendita di alcolici passando per l'ingresso di bottiglie di vetro, hanno di fatto reso probabile il verificarsi di incidenti anche gravi".
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