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28 Febbraio 2017 - 10:22
palazzo Reale
Un piccolo e prezioso ambiente, pensato per il raccoglimento in preghiera del re al Palazzo Reale di Torino. È la cappella di Carlo Alberto, restaurata tra settembre e dicembre del 2016, che riaprirà al pubblico domani.
Progettata da Pelagio Palagi nel 1837, sua anche la tela della Sacra famiglia con San Giovannino del 1845, che corona l'altare d'ispirazione quattrocentesca.
Il restauro è stato presentato oggi in anteprima, svelando una Cappella che ha ritrovato la bellezza, i colori originari e la lucentezza delle coperture d'oro, grazie alla collaborazione tra Musei reali e Consiglio regionale. "È frutto - ha detto il presidente del Assemblea regionale, Mauro Laus - di un protocollo avviato nel 2013 e rinnovato lo scorso anno, che punta anche a essere un esempio del 'chiedersi cosa facciamo noi' e non solo e sempre 'cosa fa lo Stato' e che auspico veda altri enti pubblici e privati che vogliano aggiungersi a questo impegno".
Dagli intarsi lignei ai dipinti, primo fra tutti la tela di Palagi, la direttrice del Polo reale dei musei, Enrica Pagella, ha parlato di un restauro che "ha cambiato il volto di quest'opera di Palagi, grazie anche ai disegni e ai documenti dell'epoca, recuperati nella biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna".
Eseguito dalla ditta Doneux, il restauro è stato diretto da Maria Carla Visconti e Franco Gualano. "Palagi - ha affermato Visconti - nasce come pittore, ma è una figura poliedrica, oggi diremmo un designer, con un'incredibile capacità di rendere nei disegni e nelle descrizioni il progetto".
Il restauro è consistito nella pulizia delle superfici dal deposito di particellato atmosferico, ma anche nel riparare fenditure che si erano create nelle porte lignee come nel soffitto. Complesso il lavoro per quest'ultimo, dal momento che non è stato possibile spostarlo per operare in verticale. Così come ha richiesto grande impegno quello per la tappezzeria in velluto, che presentava condizioni critiche.
Gualano ha poi sottolineato "come Palagi, a Torino nella fase centrale della sua pittura, tra il 1835 e il 1845, studiasse le opere del passato, capace però di ritrovare sempre una sua misura. Sono evidenti nella tela sull'altare della Cappella i riferimenti a Raffaello Sanzio, in particolare alla Madonna del cardellino, custodita agli Uffizi, e alla Bella giardiniera del Louvre". Un restauro delicato, ha spiegato, "anche per le sue tipiche velature a tempera sui dipinti a olio".
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