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VERCELLI. Iran: appello ateneo Piemonte Orientale, liberate Djalali

VERCELLI. Iran: appello ateneo Piemonte Orientale, liberate Djalali

Ahmadreza Djalali

"Abbiamo il dovere umano, ancora prima che istituzionale, di lanciare un appello per salvare la vita a Ahmadreza Djalali". Il rettore dell'Università del Piemonte Orientale, Cesare Emanuel, ha aperto la cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico 2016-2017, al teatro Civico di Vercelli, con l'appello per il ricercatore iraniano condannato a morte a Teheran perché accusato di essere una spia.

"Ci sentiamo in dovere di ribadire con forza, e lo faccio anche per conto dei colleghi con cui Djalali ha lavorato, che non ha mai commesso questi reati, anzi si è sempre espresso a favore del suo Paese", ha aggiunto Emanuel. Il medico ha vissuto e lavorato per quattro anni a Novara presso il Crimedim, il Centro di ricerca in medicina di emergenza e delle catastrofi dell'università del Piemonte Orientale.

"Crediamo che sia intollerabile e inaccettabile la condanna a morte - sottolinea -. Ovviamente ci siamo interpellati al presidente della Repubblica, al Consiglio iraniano, alle università iraniane con cui abbiamo rapporti, alle autorità europee, a quelle nazionali e anche ad Amnesty International.

Oggi chiediamo a tutti voi di aiutarci con tutti i mezzi a vostra disposizione per salvare la vita al ricercatore". 

"Crediamo sarebbe una colossale ingiustizia, una violazione dei diritti umani che lo toglierebbe a tutti noi, alla sua famiglia e tutti coloro che lo conoscono", ha sottolineato il rettore dell'Università del Piemonte Orientale. "Ma sarebbe ancora una volta un gravissimo e palese attentato alla libertà della ricerca, alla disseminazione della conoscenza senza barriere che sono principi imprescindibili non solo dell'università ma anche del progresso umano, sociale ed economico".

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