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TORINO. Ucraina: Radicali con Pd contro il consolato Donetsk

TORINO. Ucraina: Radicali con Pd contro il consolato Donetsk

I radicali torinesi dell'associazione Aglietta, con le associazioni Acmos e Benvenuti in Italia, si schierano contro l'apertura a Torino di un 'centro di rappresentanza della Repubblica popolare di Donetsk in Italia', avvenuta il 14 dicembre scorso. In conferenza stampa con Davide Mattiello (Pd), primo firmatario di una interrogazione al presidente del Consiglio dei Ministri, al ministro dell'Interno e al ministro degli Esteri, i radicali torinesi Igor Boni e Silvja Manzi hanno ricordato come "la cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk è un territorio occupato dell'Ucraina, che ha dichiarato unilateralmente l'indipendenza e non è riconosciuto alle Nazioni Unite nè dall'Unione Europea e neppure dall'Italia". Ma soprattutto che "i separatisti che occupano e controllano militarmente il territorio sono stati indicati come gli esecutori materiali dell'abbattimento del volo Malaysia Airline dove nel luglio 2014 nei cieli dell'Ucraina morirono 298 civili".

Il centro torinese mirerebbe, è stato sottolineato, "al riconoscimento internazionale della neonata repubblica attraverso una rete di relazioni diplomatiche con le istituzioni italiane". 

Il documento è sottoscritto, oltre che da Mattiello, dai parlamentari torinesi del Pd Antonio Boccuzzi, Umberto d'Ottavio, Silvia Fregolent, Paola Bragantini e Anna Rossomando. Insieme chiedono al Governo se non ritenga che l'avamposto di Donetsk aperto in via Conte Rosso 3 a Torino "si ponga in contrasto con le scelte di politica estera dell'Italia e dell'Unione Europea".

Stigmatizzano inoltre che all'inaugurazione del centro abbiano partecipato esponenti di spicco del centrodestra piemontese come i capogruppo regionali di Lega, Fi e Fdi, Gianna Gancia, Gilberto Pichetto e Maurizio Marrone.

"L'Europa - ha detto Mattiello - è indubbiamente segnata da limiti e contraddizioni. Dobbiamo superarli, non farli diventare la nostra tomba. Non dimentichiamo che 100 anni fa eravamo in guerra per gli stessi motivi che oggi potrebbero distruggerci".

"Il nazionalismo esasperato - ha aggiunto d'Ottavio - farà saltare l'Europa se l'Europa non reagisce. Domani saremo a Roma a pretendere un'azione immediata dal Governo".

"L'Europa - ha osservato Manzi - non è al sicuro, l'escalation populista va fermata prima che sia troppo tardi".

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