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16 Novembre 2016 - 18:43
Casa
"Ci sono criteri che dobbiamo modificare, non possiamo continuare ad avere la graduatoria unica per l'assegnazione delle case popolari, sono aumentati i conflitti tra gli aventi diritto e gli assegnatari di casa e le liste di attesa si allungano". Così la presidente della II commissione regionale, Nadia Conticelli (PD), a seguito dell'incontro con l'assessore al welfare della Regione Piemonte, Augusto Ferrari, sulle case popolari.
La giunta regionale ha chiesto e ottenuto il parere favorevole dalla commissione sulla delibera che introduce l'aumento Istat ai canoni abitativi delle case popolari; la delibera riguarda l'aggiornamento che lega le fasce reddituali alla condizione reale degli assegnatari sulla base dell'ultimo censimento. Si tratta di un adeguamento dell'0,1% ed entrerà in vigore dall'inizio del prossimo anno.
"La modifica della quota minima - prosegue Conticelli - é un impegno emerso nella seduta di oggi da tutta la commissione, su cui la Giunta si è dichiarata pronta a un confronto in Commissione. Entro fine anno - rimarca - la Regione interverrà con una modifica dei termini della morosità incolpevole e a una modifica del Regolamento rispetto alle decadenze, anche per definire meglio le competenze di Comuni e Atc. Da gennaio - conclude - si lavorerà poi sui criteri di assegnazione, sui bandi e sui censimenti che é la parte più complessa ma che deve assolutamente essere rivista".
"Abbiamo votato a favore ma si è persa l'occasione per rivedere tutto il regolamento, comprensivo dei canoni di locazione", sostengono invece i consiglieri regionali del M5S Davide Bono e Giampaolo Andrissi. "Riteniamo assurdo che la prima fascia di reddito vada da zero a 6.241 euro - aggiungono - e non si prevedano distinzioni di sorta per il pagamento del canone minimo. Questa situazione genera centinaia di casi di morosità considerata colpevole che rischia di portare alla decadenza della convenzione per l'alloggio popolare a chi realmente non riesce più a pagare nemmeno il canone minimo di 480 euro annui".
La Regione inoltre "non copre neanche la propria parte (60%) dei casi di morosità incolpevole, scaricando questa bomba sociale sulle spalle delle amministrazioni comunali e sui bilanci delle Atc - ricordano ancora gli esponenti pentastellati -. Da anni siamo in attesa di una riforma complessiva del settore. La pazienza dei cittadini è ormai finita, per questo chiediamo da subito uno stanziamento di maggiori risorse per il bilancio 2016 a copertura di tutti i casi di morosità incolpevole. Di pari passo chiederemo maggiori controlli per i 'furbetti'".
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