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TORINO. Mostra di Manet rischia di saltare, Appendino vuole 'la testa' di Asproni

Avrebbe dovuto concludere il ciclo dei grandi impressionisti, dopo Degas e Renoir. Ma della mostra di Manet, prevista nell'autunno del prossimo anno alla Gam di Torino, non si sa più nulla. Nessuna notizia da parte di Skira, la società milanese partner di Torino nelle esposizioni fatte con le opere del Museo d'Orsay di Parigi, né dalla Fondazione Torino Musei, l'ente che cura e gestisce il patrimonio storico e artistico della città della Mole. E ora le indiscrezioni sull'addio all'esposizione diventano un caso politico, con la sindaca Chiara Appendino a chiedere 'la testa' della presidente della Fondazione, Patrizia Asproni.

La nuova collaborazione con il museo parigino era stata annunciata in pompa magna nei giorni del grande successo della mostra su Monet, la più visitata d'Italia con oltre 300 mila biglietti staccati, dall'ex sindaco di Torino Piero Fassino.

"Torino ha beneficiato di una collaborazione molto stretta con il d'Orsay - aveva detto -, collaborazione che continuerà con la mostra dedicata a Manet". Era il 18 novembre 2015 e, accanto a Fassino, il presidente del d'Orsay Guy Cogeval annuiva soddisfatto.

A quasi un anno da quell'annuncio, e con un nuovo sindaco e una nuova amministrazione, non più di centrosinistra ma del Movimento 5 Stelle, delle opere del più grande interprete della pittura pre-impressionista non c'è traccia nella programmazione della direttrice della Gam, Carolyn Christov-Bakargiev. "Allo stato non sono state ancora assunte decisioni sul progetto", osserva la Asproni, ricordando che "la scelta della programmazione è rimessa al direttore di ciascuno dei musei facenti parte della Fondazione" e poi "sottoposta al Consiglio Direttivo della stessa", che per altro è un "ente del tutto autonomo".

"La Città non può tollerare che una fondazione non sia in grado di mantenere i rapporti con un importante soggetto culturale. Se fossimo stati interpellati come amministrazione, avremmo potuto dare il nostro sostegno alla mostra", tuona la sindaca Appendino. Proprio il cambio d'amministrazione, dal centrosinistra al Movimento 5 Stelle, sarebbe secondo indiscrezioni la causa dell'improvviso cambio di programma, ma l'assessore comunale alla Cultura Francesca Leon non ci sta e, parlando di "motivazioni pretestuose", spiega che "per il bene della città" le programmazioni culturali già avviate "non sono state messe in discussione".

"È la seconda volta che apprendiamo informazioni importanti riguardanti la Fondazione Torino Musei - rincara la dose la prima cittadina pentastellata - a mezzo stampa. Mi aspetto che, per responsabilità, nei prossimi giorni la presidente rassegni le proprie dimissioni". "Ho personalmente chiesto di incontrare la sindaca immediatamente dopo la sua elezione e mi è stato concesso il primo appuntamento il prossimo 24 ottobre - ribatte la Asproni, che è stata chiamata alla guida della Fondazione nel 2013, quando a Palazzo Civico siedeva Fassino -. Sarà mio piacere poter finalmente affrontare insieme le importanti questioni relative alla politica culturale cittadina". Lo scontro, insomma, è aperto.

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