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07 Ottobre 2016 - 18:08
Dieci condanne, quindici assoluzioni. Dopo due anni di udienze si chiude così, a Torino, il processo per la Rimborsopoli dei consiglieri regionali del Piemonte. Scagionato "perché il fatto non sussiste" l'ex governatore leghista Roberto Cota insieme al segretario subalpino del Carroccio, Riccardo Molinari. La pena più alta (tre anni e dieci mesi) è per Michele Giovine, area centrodestra, già condannato a due anni e 8 mesi per il pasticcio delle firme che nel 2014 fece cadere la giunta Cota.
Al vaglio del tribunale c'erano le spese degli 'inquilini' di Palazzo Lascaris ripianate con i fondi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari: un elenco sterminato che comprendeva i cd di Mario Biondi e di Guccini, le bibite del minibar nell'albergo di Kiev, il tosaerba, i gadget allo Juventus Store, la discoteca alle due di notte. I giudici hanno diviso caso da caso. I pranzi, le cene, le soste in autogrill e i regali di rappresentanza sono stati considerati 'attività politica o istituzionale' e, quindi, non sono stati puniti.
Censurati, invece, gli acquisti 'abnormi' o comunque non pertinenti.
Il dispositivo dettaglia le somme per le quali gli imputati sono stati dichiarati responsabili: a una ex consigliera, per esempio, sono stati inflitti due anni e un mese di reclusione per 4.917 euro.
Quasi tutti i politici, durante il processo, hanno indennizzato la Regione per un totale di 2,4 milioni. Dalla procura di Torino si fa presente che la sentenza ha confermato l'impostazione dell'accusa sotto il profilo tecnico-giuridico e si annuncia un ricorso in appello.
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