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06 Ottobre 2016 - 11:22
Guardia di Finanza
Si allarga l'inchiesta del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Torino in relazione alla bancarotta dei mobilifici "Arredando" di Beinasco (Torino) e Castagnito (Cuneo).
Le indagini, condotte dai finanzieri del Gruppo Orbassano e coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Valerio Longi, hanno portato al sequestro di un ulteriore mobilificio a Rivoli (Torino) chiamato "Arredarredi Ingrosso Arredamenti".
L'intervento - si legge in una nota delle Fiamme Gialle - costituisce lo sviluppo di un'attività investigativa intrapresa sin dall'estate 2015 dopo che numerosi clienti si sono rivolti alle Fiamme Gialle di Orbassano per segnalare gravi inadempimenti contrattuali sia da parte dell'"Arredando", sia da parte del nuovo mobilificio rivolese.
Lo scorso mese di giugno, ricordiamo, erano stati arrestati gli orbassanesi N.M. e T.F., queste le loro iniziali, trentenni, rispettivamente amministratore di diritto ed amministratore occulto della Arredando Ingrosso Arredamenti S.r.l., ed era stato anche eseguito nei loro confronti e di un terzo indagato, M.A. sessantenne, un sequestro preventivo dei beni per oltre 2 milioni di euro.
L'attività fraudolenta comunque continuava con la gestione della "Arredarredi Ingrosso Arredamenti". Tale impresa era stata infatti costituita a marzo dello scorso anno a pochi mesi dalla chiusura dei due negozi di Beinasco e Castagnito. Chiusura "improvvisa" quest'ultima, tanto da lasciare senza mobili centinaia di clienti truffati delle loro caparre.
Anche in questo caso, accanto alla figura dell'amministratore unico di diritto, O.G., 45enne di Torino, è emerso nuovamente il ruolo di amministratore occulto ricoperto da T.F., attualmente agli arresti domiciliari. Entrambi sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria per truffa e bancarotta fraudolenta dell' "Arredarredi". Quest'ultima azienda, sulla base degli approfondimenti patrimoniali svolti dalla Guardia di Finanza, è stata sottoposta a sequestro preventivo d'urgenza, in quanto vi era il fondato pericolo che fossero distratti i beni e le altre risorse ancora nella disponibilità della società, analogamente a quanto avvenuto a danno dei due negozi precedenti di Beinasco e Castagnito. Il Pubblico Ministero ha inoltre provveduto a nominare un amministratore giudiziario e a depositare l'istanza per il fallimento della società.
Nel corso dell'inchiesta sono anche stati individuati e denunciati 5 dipendenti dell'"Arredarredi" per aver percepito illecitamente l'indennità di disoccupazione proprio mentre lavoravano per la società oggetto di sequestro preventivo, nonché altre 5 persone per favoreggiamento, avendo, a vario titolo, tentato di intralciare le indagini, mentendo agli investigatori per occultare le responsabilità dei principali indagati.
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