La diocesi di Torino partecipa con 100 mila euro alla raccolta fondi proposta dalla Cei (Conferenza episcopale italiana) per le popolazioni del Centro Italia colpite dal sisma. Lo stanziamento riguarda i fondi dell'8 per mille. La colletta della Cei avrà il suo culmine il 18 settembre ma "considerata la portata eccezionale del terremoto e la necessità di aiuti anche per la primissima fase di emergenza - spiega l'arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia - noi la consideriamo già aperta". "I singoli che volessero farsi presenti da subito - precisa - possono utilizzare il conto corrente postale o bancario di Caritas diocesana". "La nostra solidarietà - dice ancora Nosiglia - si concentrerà soprattutto sulla ricostruzione e sugli aiuti per la ripresa della quotidianità delle famiglie".
"Aprire al massimo delle possibilità il proprio cuore" per "vivere l'operosità della carità". Con questo appello l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, invita i fedeli di contribuire al sostegno delle popolazioni dell'Italia centrale colpite dal sisma. La Diocesi di Torino ha già aderito alla colletta proposta dalla Cei a livello nazionale stanziando 100 mila euro dell'8 per mille. Quanto alle azioni di volontariato, "non appena avremo indicazioni dalla Caritas nazionale rispetto alla necessità di iniziative concrete in loco - dice l'arcivescovo - ci faremo carico di accompagnare e sostenere le persone, le famiglie e le comunità in collaborazione con le diocesi del Piemonte". "Pertanto - continua Nosiglia - è possibile segnalare la propria disponibilità a offrire qualche giorno di volontariato, a partire dalle prossime settimane, inviando la propria adesione via email alla Caritas diocesana. In base alle esigenze di vedrà cosa e come organizzare". "Al momento - precisa l'arcivescovo - non pensiamo di raccogliere materiale, ma se qualcuno avesse disponibilità consistenti, dal cibo a lunga conservazione agli indumenti, dalle tende alle roulotte, lo può segnalare al medesimo indirizzo email. Come pure per eventuali opportunità di accoglienza temporanea di singoli o famiglie che hanno perso la casa e accettano di trasferirsi così lontano". "Darsi disponibili - conclude Nosiglia - è occasione di maturazione per ciascuno di noi. E' mettere il cuore al servizio dell'altro. E' testimoniare il Vangelo".
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