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TORINO. Salone del Libro conteso, editori divisi tra Torino e Milano

TORINO. Salone del Libro conteso, editori divisi tra Torino e Milano

Salone del libro

La scelta è tra confermare il Salone del Libro a Torino oppure trasferirlo a Milano. Il Consiglio generale dell'Aie, l'associazione italiana degli editori, si riunisce domani per decidere le sorti della più importante buchmesse italiana, oltre 127mila biglietti staccati e 25 mila studenti intervenuti nell'ultima edizione sotto la Mole, lo scorso maggio, e un valore aggiunto per il territorio calcolato in circa cinque milioni di euro. "Costiamo di più, è vero, ma offriamo molto di più", l'ultimo appello lanciato a 24 ore dalla riunione dall'assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi.

Sul tavolo degli editori due modelli differenti: collaudato quello di Torino, che si avvia a tagliare il traguardo della trentesima edizione, completamente nuovo quello di Milano. Che punta anche su costi decisamente più bassi: circa 200 mila euro quelli di Fiera Rho contro i 600 mila del Lingotto di Torino.

Canone per altro dimezzato rispetto al passato, quest'ultimo, grazie all'accordo siglato nei giorni scorsi con Gl events, la società francese proprietaria del centro congressi torinese finito nella bufera per un'inchiesta giudiziaria che nei giorni scorsi ha portato all'arresto dei suoi vertici. Turbativa d'asta il reato ipotizzato.

Nei giorni scorsi la Regione Piemonte e la Città di Torino, con la neo sindaca pentastellata Chiara Appendino, si sono impegnate a fondo non solo per far sì che Torino continui a organizzare la kermesse, ma anche per rilanciarla con una nuova governance. Venerdì prossimo l'Assemblea dei soci della Fondazione per il Libro, che promuove il Salone del Libro di Torino, si riunirà per nominare il suo nuovo presidente dopo le dimissioni di Giovanna Milella, indagata nell'indagine della magistratura. In pole position l'ex ministro Massimo Bray.

Prima, però, bisognerà vincere la battaglia di domani all'Aie. La riunione, convocata per le 10 nella sede milanese dell'associazione, si preannuncia lunga e combattuta. Nei giorni scorsi, un gruppo di editori - tra cui Laterza, Sellerio, Del Vecchio e Lindau - hanno scritto una lettera in cui chiedono che la manifestazione resti a Torino. "Nonostante le problematiche ai vertici della gestione negli ultimi due anni - si legge - i dati di presenza di pubblico, di editori, di operatori esteri delle ultime edizioni ci parlano di successo e soddisfazione".

Ed è nota la preferenza del governo - entrato nella Fondazione per il Libro con il Miur e il Mibact - e di Intesa Sanpaolo - che pure fa parte del Cda della Fondazione - per la soluzione                 torinese.

La battaglia, insomma, è più che mai aperta. Con il rischio all'orizzonte che la buchmesse si sdoppi. "Mi aspetto che domani prevalga il buonsenso: è assurdo che città come Torino e Milano si facciano la guerra organizzando due manifestazioni dedicate al libro a distanza di una settimana - conclude l'assessore Parigi -. Ed è altrettanto assurdo che l'Aie, socio fondatore della Fondazione per il libro, possa remare contro la stessa Fondazione pur rimanendone socio".

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