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TORINO. Congresso Pd a settembre. Lunghi coltelli in azione

TORINO. Congresso Pd a settembre. Lunghi coltelli in azione

Aldo Corgiat

Un congresso straordinario del Pd di Torino, da tenere subito dopo la Festa dell'Unità, fra il 15 settembre e la prima domenica di ottobre: è quanto il segretario provinciale Fabrizio Morri ha proposto questa sera nella direzione provinciale del partito, convocata per fare il punto dopo la sconfitta elettorale delle amministrative. "Un partito serio - ha detto Morri - se vuole ripartire lo può fare nel modo più vero e semplice con un congresso straordinario subito dopo l'estate. Si potrebbe già cominciare a costruire le condizioni durante la Festa dell'Unità di Torino, nei primi 12 giorni di settembre. Ora abbiamo le date del referendum costituzionale, un congresso straordinario fra il 15 settembre e la prima domenica di ottobre lascerebbe al partito il tempo di fare ciò che servirà per la campagna referendaria". Morri, come aveva già annunciato, non si ricandiderà alla guida del Pd torinese. "Non è eroismo - ha spiegato ai giornalisti - ho anticipato una decisione già presa nella speranza che serva a rasserenare gli animi". L'allusione è a "un pezzo del partito (facente riferimento ad Aldo Corgiat,ndr) che - ha detto il segretario a margine dell'intervento - mi ha mandato un documento, il quale, peraltro confusamente, sembra alludere ad un altro percorso, quello di cambiare il segretario in assemblea". Ma questo, ha rimarcato, "si può fare se il segretario si è dimesso". Altrimenti, ha concluso, "devono chiedere le mie dimissioni".

Si è chiuso un ciclo

"A Torino si è chiuso un ciclo, il voto alle amministrative ha segnato questa discontinuità. Il rischio più grande che vedo ora è che il Movimento 5 Stelle ci consegni tra cinque anni una città più piccola, più chiusa e più provinciale". Lo ha affermato Piero Fassino intervento ieri sera alla Direzione provinciale del Pd torinese. "Chiara Appendino - ha aggiunto - ha vinto con un programma di no, con cui non si governa una città. Ha già cominciato a contraddirsi, facendo il contrario di quello che aveva annunciato in campagna elettorale. Se prende pezzi del nostro programma siamo contenti, ma la contraddizione è evidente per dovere di trasparenza, se non lo fa lei, dovremo essere noi a chiarire ai cittadini che ha cambiato idea". "Dobbiamo incalzare il Movimento 5 Stelle - ha esortato - è qui che misureremo la forza del gruppo dirigente del Pd". "Il voto amministrativo è stato l'occasione su cui si è sperimentato un fronte largo e trasversale che ha l'obiettivo di mettere in difficoltà il governo. E' stata la preparazione della caccia alla volpe che è iniziata subito dopo la chiusura delle urne. Non vederlo è miope". "Io - ha rivendicato con forza l'ex sindaco - ho lavorato sedici ore al giorno, la faccia ce l'ho messa sempre, con tutti, ma non mi sono mai tirato indietro, mi sono fatto carico di tutti i problemi come fa un sindaco e ho tenuto in piedi questa città nella peggiore crisi degli ultimi venti anni". "E' evidente il tentativo di destabilizzare il quadro politico prima del referendum o di usare il referendum per la destabilizzazione politica. Non contesto il diritto di avere opinioni ma un partito deve dare un'indicazione di voto e non può essere sì e no contemporaneamente. Bisogna lavorare perché le indicazioni che daremo al referendum prevalgano. Dobbiamo lavorare per superare una situazione politica molto critica che se precipitasse non porterebbe niente di buono al Paese".
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