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TORINO. Aste: monete antiche ed esemplari rari all'asta Bolaffi

TORINO. Aste: monete antiche ed esemplari rari all'asta Bolaffi

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Dalla monetazione antica alle zecche italiane, dai primi esperimenti di carta moneta, arrivati a noi in soli due o tre esemplari, alle medaglie e decorazioni di sovrani e monarchi europei: l'asta numismatica Bolaffi, in programma l'8 e il 9 giugno a Torino, offre ai collezionisti un catalogo in cui perdersi a caccia dell'affare migliore.

Duemila i lotti in vendita, per una base complessiva che supera gli 1,7 milioni di euro: le monete più antiche sono quelle della Magna Grecia e risalgono anche al V Secolo prima di Cristo. "Tra queste, molto raro è un tetradramma arcaico databile 566-490 a.C. - spiega l'esperto del dipartimento numismatica delle Aste Bolaffi, Gabriele Tonello -. Ha uno stile ancora abbastanza grezzo, molto diverso da quello che le monete assumeranno nei decenni successivi. Ed è uno dei primi esemplari che raffigurano la civetta, simbolo di sapienza nella mitologia greca, sul rovescio". La base d'asta è di 4 mila euro, mentre parte da 7.500 un aureo di Lucio Vero, "di eccezionale qualità praticamente stato zecca", fiore all'occhiello del capitolo dell'antica Roma.

Di forte interesse sono anche le Zecche italiane, come un insieme di monete del governo dei Dogi di Genova, tra cui si segnala il 12 Doppie e 1/2 del 1641 che parte da una base di 70mila euro, oppure alcune zecche minori, tra cui Arquata (2.500 euro) e Tassarolo (25 mila euro di base d'asta). Nutrito anche il capitolo del Vaticano, "con una collezione - dice l'esperto - quasi completa del pontificato di Pio IX, messa insieme da diverse generazioni di collezionisti". E naturalmente la sezione dedicata ai Savoia, in particolare per il 100 Lire 1878 di Vittorio Emanuele II, che verrà battuto all'asta da 20 mila euro.

La parte internazionale conta esemplari molto ricercati, tra cui alcuni top lot, come la serie di Giorgio IV del 1826, che include i quattro valori in oro e va all'asta da 40 mila euro.

Chiude il catalogo la carta moneta e i biglietti di credito verso le Regie Finanze, con la collezione di Guido Crapanzano, consulente di Bankitalia e tra i massimi esperti di circolazione monetaria, che esordisce per la prima volta sul mercato.

E a rendere ancora più prestigioso l'appuntamento con la vendita numismatica primaverile sarà anche la terza e ultima parte della collezione di Giovanni Fattovich, dedicata alle medaglie, ordini e decorazioni della monarchia austro-ungarica.

Cimeli emessi dall'impero per tenere memoria delle conquiste e della successione dei reali. La nascita di un figlio, i matrimoni dei regnanti, ma anche le campagne militari sono gli eventi di cui si trova traccia in questa raccolta straordinaria. 

Rarità dell'esemplare e qualità della conservazione: sono le principali caratteristiche che rendono una moneta di appeal per i collezionisti. "Investire in numismatica è una scelta oculata - spiega l'esperto della storica casa d'aste Bolaffi, Gabriele Tonello - che garantisce un ritorno anche a medio termine".

Insieme con la filatelia, la numismatica è il settore di punta della maison torinese, che per l'appuntamento dell'8 e del 9 giugno presenta un catalogo imponente, di duemila lotti per una base d'asta complessiva che supera gli 1,7 milioni di euro.

"Come valore totale è il record della storia numismatica di Bolaffi", aggiunge Tonello.

I lotti spaziano dalle monete antiche, con gli esemplari della Magna Grecia, la sezione romana, quella bizantina, alle Zecche e agli antichi Stati italiani, per passare al Regno d'Italia e finire con gli Stati europei. Anche la numismatica, come gli altri settori del collezionismo, è soggetta alle mode: "Negli ultimi anni sono molto richieste le monete d'oro di grande modulo - prosegue Tonello - come le 100 lire del Regno d'Italia (a Torino andrà all'asta un esemplare di Vittorio Emanuele II da 20 mila euro) oppure i 5 Pound d'Inghilterra, uno dei top lot della vendita con la serie di Giorgio IV a partire da 40 mila euro".

Gli acquirenti in genere si dividono in egual misura tra privati e commercianti. E le Aste Bolaffi, grazie a un'importante sezione dedicata alle monete di provenienza estera, parlano sempre più spesso le lingue straniere. Con una novità: "L'interesse da parte dei compratori orientali per le monete italiane - conclude il numismatico - negli ultimi due o tre anni abbiamo assistito a una crescita di richieste dalla Cina, dal Giappone e dall'India". 

La più completa collezione in mani private di biglietti di credito verso le Regie Finanze di Torino, gli antenati della carta moneta utilizzati nella seconda metà del Settecento, saranno per la                 prima volta sul mercato all'asta Bolaffi del 9 giugno. Il gran finale dell'appuntamento con la numismatica è riservato a una parte delle straordinarie raccolte di Guido Crapanzano, consulente della Banca d'Italia, tra i massimi esperti di circolazione monetaria e rappresentante dell'Italia nella commissione Ue che ha scelto i bozzetti delle eurobanconote.

"E' il risultato di 50 anni di collezionismo - spiega Gabriele Tonello, esperto del dipartimento numismatica delle Aste Bolaffi - con alcuni esemplari molto rari, presenti solo in una o due raccolte private". Ne è esempio il biglietto da 100 lire emesso il 10 aprile 1760, all'asta da una base di 6 mila euro.

Le prime due sessioni della vendita, l'8 giugno, sono riservate a un'altra collezione degna di nota: la terza e ultima parte del patrimonio di Giovanni Fattovich, dedicata alle medaglie, ordini e decorazioni della monarchia austro-ungarica di cui era il maggior collezionista fuori dall'Austria. Nato a Zara nel 1901, medico di grande fama e direttore dell'ospedale psichiatrico di Venezia, Fattovich si dedicò con passione alla raccolta dei cimeli imperiali ottocenteschi che ricostruiscono la storia della sua terra di provenienza. Un patrimonio già battuto all'asta in due occasioni da Bolaffi, con il realizzo complessivo di 896 mila euro.

Sulle medaglie degli Asburgo, emesse dalla casa reale per celebrare le sue conquiste e la successione dei sovrani, si scorre una galleria che vale più di un trattato di storia: dalla fine del Sacro Romano Impero (fine del '700) alla caduta nel 1818. Tra i personaggi raffigurati si riconosce anche la principessa Sissi (base d'asta di 4 mila euro). "Una scelta inconsueta quella di riportare l'effigie dell'imperatrice per l'incoronazione d'Ungheria - conclude Tonello - quando quasi sempre venivano celebrati gli imperatori". 

L'asta Bolaffi di numismatica è in programma mercoledì 8 e giovedì 9 giugno nella sede di via Cavour 17, a Torino.

Nella prima giornata, alle ore 10 e 14.30, sono in programma le sessioni dedicate alla collezione Fattovich, mentre alle 14.30 e alle 21 verranno battuti i lotti 501-1185 per finire il giorno successivo, con le sessioni delle ore 10 e 14.30 (lotti 1186-2151).

Le possibilità per prendere parte alla vendita sono molteplici, dall'Italia e dall'estero. Per chi non vuole rinunciare all'emozione della battaglia per i lotti preferiti, l'appuntamento è nella sala Cavour muniti di documento d'identità e codice fiscale. Ai partecipanti viene assegnato un cartellino numerico identificativo per presentare le offerte.

Le proposte possono essere accolte anche per corrispondenza, compilando il modulo sul catalogo cartaceo oppure scaricabile dal sito internet, che dà mandato scritto a Bolaffi per l'acquisto dei lotti prescelti fino a un prezzo massimo indicato.

Infine si può seguire l'asta in tempo reale anche da casa: al telefono, chiedendo di essere contattati da un incaricato delle Aste Bolaffi, (anche in questo caso attraverso un altro modulo che c'è in catalogo e sul sito internet); registrandosi alla vendita online dal sito www.astebolaffi.it o dalla piattaforma invaluable.com, a cui                 si accede dal sito della casa d'aste torinese. Da questi indirizzi è possibile rilanciare con un semplice click.

L'esposizione dei lotti è in programma a Torino dal 6 al 9 giugno, con orario 9.30-13 e 14-19. (Info: aste@astebolaffi.it Telefono: 011 5576372/300).

Un'esperienza nel campo del collezionismo che dura da quattro generazioni e ha trasformato la passione per la filatelia di un giovanissimo Alberto Bolaffi senior, nella Torino di fine Ottocento, in un'impresa con quattro punti vendita (a Torino, Milano, Roma e Verona), più di cento collaboratori e una rete di agenti estesa in tutta Italia.

E' il gruppo Bolaffi, punto di riferimento nel panorama del collezionismo nazionale e internazionale, che l'8 e il 9 giugno a Torino rinnova l'appuntamento con uno dei suoi settori di punta, la numismatica.

L'avventura inizia nel 1890, quando il fondatore, appena sedicenne, lascia l'attività di famiglia, il commercio di pietre preziose e piume di struzzo, per dedicarsi ai francobolli. Una tradizione continuata anche dal figlio Giulio e dal nipote Alberto, entrambi firmatari del 'Roll of distinguished philatelists', il più alto riconoscimento internazionale in questo ambito. Sono loro a diversificare il raggio d'azione dell'impresa di famiglia, affiancando alla filatelia, rimasta sempre il core business del gruppo, l'attività editoriale e la numismatica, le collezioni di manifesti e di libri antichi.

In ogni campo, dopo la nascita delle Aste Bolaffi nel 1990, la maison torinese detiene una lunga serie di record. L'anno successivo, all'interno della prestigiosa collezione 'Pedemonte', viene aggiudicato per quasi 800 milioni il Tre Lire Farouk, uno dei due soli esemplari al mondo su busta del rarissimo francobollo del Governo Provvisorio di Toscana.

Bolaffi detiene tuttora il più alto traguardo di vendita per un poster italiano, con il 'Fiat in pista' di Plinio Codognato, battuto nel 1999 a 220 milioni di lire, pari a oltre 113.000 euro. In seguito, le aste si aprono anche alla numismatica, agli autografi e a documenti antichi, continuando a fare notizia per il prestigio dei lotti presentati sul mercato. Il testimone è ora nelle mani di Giulio Filippo Bolaffi, che ha proseguito nella tradizione, ampliando alla fotografia, ai vini rari e pregiati e ai gioielli gli orizzonti della casa d'aste torinese, il cui motto rimane "per noi la storia è un oggetto da collezione".

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