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16 Marzo 2016 - 17:18
Processo
"E' stato un avvocato a dirmi che dovevo testimoniare così. Se lo conosco? E' quel signore seduto laggiù, in fondo all'aula". E' stato un colpo di scena a ravvivare, oggi in tribunale a Torino, un processo in cui una prostituta romena di 28 anni è accusata di calunnia e circonvenzione ai danni di un trentanovenne di Alessandria. Il testimone ha indicato nella sua 'fonte' un ex avvocato della donna, che finora, nonostante fosse privo di incarichi ufficiali, aveva seguito le udienze del dibattimento fra il pubblico. Il pm Andrea Padalino sta valutando se chiedere gli atti al tribunale per verificare se sono stati commessi dei reati.
La vicenda risale al maggio 2015. L'imputata, Lucrezia P., si presentò dai carabinieri raccontando che era stata sequestrata dall'alessandrino insieme alla figlioletta di 6 anni. I militari accertarono che in realtà la vittima era il trentottenne, persona definita "circonvenibile" per un deficit mentale. Da lui, la donna si era fatta consegnare con vari pretesti 30 mila euro: poi, per liberarsene, presentò una falsa denuncia.
Il testimone di oggi stava rispondendo sull'esistenza di una "scuola per modelle" nel centro di Torino frequentata dalla prostituta. L'avvocato di parte civile, Davide Mosso, afferma che "quanto è successo in aula non cambia nulla, dal nostro punto di vista, rispetto al merito della vicenda".
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