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TORINO. Fim e Fiom continuano a litigare sui numeri e sulle politiche industriali di FCA

TORINO. Fim e Fiom continuano a litigare sui numeri e sulle politiche  industriali di FCA

Fiom

Come stanno andando le aziende a Torino e provincia. Scoprirlo è un gran bel problema soprattutto se si dà credito ai sindacati.
Giovedi scorso, Fim da una parte e Fiom dall’altra, separatamente, hanno commentato i numeri di Fca (cioè di Fiat) e ne sono venuti fuori due scenari completamente diversi.
"Nel 2015 ci sono state 42 assunzioni a Verrone, 79 all'Automotive Lighting di Venaria oltre a circa 80 trasferimenti dallo stabilimento di San Benigno Canavese, 150 alla Teksid di Carmagnola. La Maserati di Grugliasco si assesta, dopo il boom del 2014, poco sotto le 30 mila vetture e nel 2016 è previsto il restyling della Ghibli" ha dichiarato entusiasta il segretario della Fim torinese, Claudio Chiarle.
"Da marzo 2016 - ha proseguito Chiarle - si avvierà la linea del suv Maserati a Mirafiori consentendo la ripartenza dello stabilimento dopo anni di cassa integrazione. Mentre nel 2012, Landini, d'accordo con il Governo Monti, proponeva la vendita dell'Alfa Romeo ai tedeschi (in questo modo avrebbero chiuso Cassino e Mirafiori), la Fim sosteneva che per garantire la piena occupazione occorreva produrre 50 mila vetture a Mirafiori, quindi almeno due modelli. Ricordo che oggi funziona la linea del Suv Maserati ma è ancora funzionante la linea della MiTo che può essere ristrutturata e che il sito può benissimo ospitare un'ulteriore linea produttiva a fianco del Suv Maserati. La nostra forza sarà l'avvio dei modelli Alfa Romeo perché il brand ha una potenzialità da troppo tempo inespressa e molto attesa dai mercati, occorrerà che il Governo apra di nuovo il mercato russo, soprattutto in Usa. La Fiom non può che presentare sempre il lato negativo delle questioni su Fiat, che in questi cinque anni non ha portato un solo risultato ai lavoratori: né occupazione, né investimenti, né salario".
Di tutt’altro avviso, come anticipato, quelli della Fiom.
Il Polo del Lusso?
 “Rischia seri contraccolpi dal possibile rinvio del lancio di modelli Alfa Romeo - commenta il segretario torinese Federico Bellono - Il ritardo della Giulia incide su Torino anche perché ci sono altre realtà Fca, come Teksid e Marelli, interessate alla sua produzione e perché c'è una parte dell'indotto che lavora per Cassino".
A Torino - secondo i dati della Fiom - il gruppo Fca ha in tutto 21.500 dipendenti, cifra che sale a 27.500 con i lavoratori Cnh Industrial: 14.500 a Mirafiori, 7.000 nella componentistica (Comau, Marelli).
Nel Polo del Lusso formato da Mirafiori e Grugliasco i dipendenti sono 6.020 a fronte dei 7.030 del 2011: un centinaio di pensionamenti, qualche dimissione, trasferimenti in attività diverse come la Teksid di Crescentino e Carmagnola o i Cambi di Volvera e None. "Per Mirafiori - ha detto Bellono - il secondo modello da affiancare al suv Levante è la condizione per il rientro nel 2018 di tutti i lavoratori dalla cassa integrazione. Siamo preoccupati anche per Grugliasco perché Ghibli e Quattroporte non sono sufficienti: i volumi sono scesi da 36.000 a 26.000 e potrebbero diminuire ancora".
Bellono ha ricordato che Mirafiori non è solo Carrozzeria: ci sono le Presse con 600 dipendenti, dove "la saturazione è difficile", ci sono le ex Meccaniche con 1.400 lavoratori e una settimana di cassa integrazione al mese.
"Più di 500 dipendenti della Powertrain - spiega - hanno sottoscritto una petizione per chiedere nuovi prodotti da affiancare al cambio che ha ormai 25 anni. Luci e ombre anche sul resto di Fca con Automotive Lighting di Venaria (um migliaio di addetti) che lavora anche per stabilimenti non Fca e la Pcma di San Benigno Canavese (400 dipendenti), praticamente ferma".
Il segretario della Fiom torinese si è chiesto se "non sia il caso di affiancare al Polo del Lusso attività di progettazione e produzione legate alla mobilità sostenibile, utilizzando le competenze del Centro Ricerche Fiat e del Politecnico”.
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